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ANCONA – È previsto per oggi, intorno alle 14, l’arrivo al porto di Ancona della nave Life Support di Emergency. La nave, impegnata nella sua 26ª missione di soccorso nel Mediterraneo centrale, porterà a terra 49 naufraghi soccorsi il 12 novembre nella zona Sar maltese. Tra i migranti salvati ci sono sei donne e diversi minori non accompagnati, provenienti da Siria, Egitto e Bangladesh, paesi segnati da conflitti, crisi politiche e cambiamenti climatici.

I naufraghi erano partiti da Al-Zawiya, in Libia, a bordo di una piccola imbarcazione in vetroresina, sovraffollata e priva delle necessarie dotazioni di sicurezza. La Life Support, attiva dal dicembre 2022, ha finora soccorso 2.342 persone, e questa missione aggiunge un nuovo capitolo al suo impegno umanitario.

Un viaggio tra difficoltà meteo e condizioni precarie
"Il porto di Ancona ci è stato assegnato dopo il salvataggio, ma dista cinque giorni di navigazione dalla zona dell’intervento – ha dichiarato il comandante della nave, Domenico Pugliese –. Durante il viaggio, le condizioni meteo sono state impegnative, con mare mosso e vento forte che hanno accentuato il malessere dei naufraghi. Nonostante ciò, lo staff di Emergency si è preso cura delle persone soccorse, molte delle quali hanno manifestato sintomi di mal di mare, disidratazione e lesioni cutanee".

Tra i migranti ci sono anche tre persone diabetiche che necessitano di assistenza continua. "Continueremo a monitorare la situazione sanitaria fino all’arrivo al porto", ha spiegato Elena Mari, medico a bordo della Life Support.

La testimonianza di un sopravvissuto
Uno dei naufraghi, un giovane siriano di 32 anni, ha raccontato il drammatico viaggio che lo ha portato a fuggire dal conflitto nella sua città natale, Idlib. "Lavoravo come cameriere part-time e raccoglievo plastica per sopravvivere. Dopo anni di bombardamenti, sono riuscito a lasciare la mia città con la famiglia, ma in Libia sono stato detenuto in condizioni disumane".

Il giovane ha denunciato i maltrattamenti subiti dai trafficanti: "Ci spostavano continuamente, stipandoci in appartamenti sovraffollati. Quando sono stato catturato dopo un tentativo di attraversare il Mediterraneo, mi hanno minacciato di espiantarmi gli organi se non avessi pagato. È terribile sentirsi trattato come una merce, come se la mia vita valesse solo ciò che avevo in tasca".

Un arrivo atteso tra solidarietà e urgenza di interventi strutturali
L’approdo della Life Support al porto di Ancona rappresenta un nuovo segnale di solidarietà verso chi affronta viaggi disperati per cercare salvezza e dignità. Tuttavia, l’assegnazione di porti così lontani dalle aree operative del Mediterraneo centrale solleva interrogativi sulle politiche di gestione dei salvataggi in mare, costringendo le navi di soccorso a lunghi periodi lontani dalle zone di intervento.

L’attracco alla banchina 19 è previsto per oggi pomeriggio, quando i naufraghi saranno accolti dalle autorità locali e dai servizi di assistenza.




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