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RIMINI - Un’altra scena muta. Dopo il 17enne, anche l’amico neo maggiorenne non ha risposto alle domande del pm nell’interrogatorio davanti al gip del tribunale di Rimini. Arresto con detenzione in carcere, a Villa Fastiggi, convalidato. Il minorenne, invece, dopo la convalida, si trova nel carcere minorile di Bologna. I due, residenti tra Pesaro e Fano, sono accusati di violenza di gruppo nei confronti di una 16enne. A entrambi viene contestato anche lo spaccio e lesioni. I fatti risalgono alla notte tra il 5 e agosto nella zona romagnola. La ragazza aveva chiesto aiuto, contattando il 112. I carabinieri, dopo averla raggiunta e trovata in strada in stato confusionale, l’avevano accompagnata in ospedale. Le analisi sanitarie avevano fatto emergere la violenza sessuale subita. La 16enne era stata dimessa con una prognosi di 30 giorni ma agli inquirenti non aveva potuto dare informazioni utili per rintracciare gli autori della violenza. Tutto quello che ricordava era di essere salita in auto con due uomini, due sconosciuti contattati sui social, ma non sapeva dire dove l’avessero portata né se avesse detto loro di essere minorenne. Si ricordava solo di un tatuaggio di uno dei due. La 16enne aveva formalizzato una denuncia. Le indagini dei carabinieri sono partite dall’acquisizione delle registrazioni di tutte le telecamere della zona in cui la ragazza era stata lasciata in strada. Secondo le ricostruzioni, i due amici avevano pattuito online un appuntamento sessuale a pagamento con la minorenne. Prima di costringerla a subire atti sessuali, le avrebbero fatto fumare della cannabis per renderla meno reattiva. Inoltre per assicurarsi l’impunità avrebbero avuto anche cura di cancellare dal cellulare della ragazza chat e fotografie per non essere rintracciati. La ragazzina una volta in auto con i due si era spaventata chiedendo di essere riportata a casa. I due a quel punto l’avrebbero minacciata e dopo averla costretta a subire atti sessuali l’avevano abbandonata di notte in strada. I militari dell’Arma sono riusciti a risalire all’autovettura utilizzata dai presunti aggressori e l’itinerario del veicolo. Sono scattate anche le intercettazioni ambientali secondo le quali i due avrebbero tentato di accordarsi su una versione comune in cui la vittima sarebbe arrivata già sballata e avrebbe chiesto di fare sesso. E si sarebbero sentiti forti del fatto che la ragazzina avrebbe offerto prestazioni a pagamento e che avrebbe raccontato balle perché era sotto gli effetti di stupefacenti. Intercettazioni in cui si sentirebbero anche dei rumori prodotti dall’aspirapolvere in auto, perché erano preoccupati del fatto che lei potesse aver lasciato capelli o tracce biologiche. 

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