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Beko Europe ha annunciato ieri al Ministero davanti ai sindacati 1.935 esuberi in tutta Italia, e la chiusura entro la fine del 2025 degli stabilimenti di Siena e Comunanza (Ascoli Piceno) e della linea del freddo a Cassinetta (Varese).
Nelle Marche lo stabilimento Beko di Comunanza, ex Whirlpool, è fondamentale per tutto il territorio circostante e dà lavoro a 400 persone, più i lavoratori dell’indotto.
Di qui le dure reazioni della politica a partire dalla Regione Marche: “Il piano presentato da Beko è irricevibile, ma confidiamo molto nella trattativa e nella possibilità di influire attivamente, anche grazie al Golden Power. Le vertenze Beko e Fedrigoni rappresentano una sfida cruciale per le nostre aree interne, già duramente colpite dalla crisi economica”. Lo ha dichiarato l’assessore regionale al Lavoro Stefano Aguzzi durante l’incontro convocato dalla Regione Marche a Fabriano, in collaborazione con il Comune.
All’assemblea hanno partecipato i sindacati, i sindaci del territorio e le associazioni di categoria, per discutere le gravi ricadute occupazionali delle due vertenze. Presente anche l’assessore regionale Chiara Biondi.
L’appuntamento ha fatto seguito al vertice di ieri al Ministero delle Imprese e del Made in Italy (MIMIT), durante il quale la Beko ha presentato un piano industriale che prevede 1935 esuberi in Italia su 4.400 occupati entro il 2025. Nello specifico nelle Marche si parla della chiusura dello stabilimento di Comunanza nell’ascolano (320 esuberi), di 66 esuberi a Melano nel fabrianese e della chiusura del centro Ricerca e Sviluppo di Fabriano con un impatto anche sul settore impiegatizio.
“L’impegno della Regione sarà massimo – ha ribadito Aguzzi –. Metteremo in campo tutte le misure a nostra disposizione per difendere l’occupazione e i siti produttivi. La trattativa è solo agli inizi”.
Il governo ha confermato la volontà di esercitare il Golden Power, uno strumento che consente di vincolare operazioni societarie in settori strategici, garantendo investimenti in Italia e la tutela dell’occupazione. Questo vincolo è stato imposto alla newco turco-americana Beko, nata dalla fusione tra Arcelik e Whirlpool nel 2023.
Sul fronte Cartiere Fedrigoni, la Regione e il Ministero hanno richiesto misure di mitigazione rispetto alla chiusura del sito produttivo di Giano di Fabriano al tavolo tecnico che si è riunito nei giorni scorsi. L’azienda aveva annunciato 195 licenziamenti diretti entro il 2024 con circa 50 posti di lavoro persi nell’indotto, e aveva presentato poi un piano che ridurrebbe gli esuberi di 130 unità. La Regione ha proposto una sospensione dell’attività dello stabilimento, non la sua chiusura, con cassa integrazione per un anno, al fine di mantenere aperta una prospettiva di soluzione occupazionale.
L’incontro ha rappresentato un’occasione per raccogliere proposte e osservazioni da sindacati e associazioni di categoria. Per Beko, il prossimo appuntamento è fissato al 10 dicembre presso il MIMIT, dopo il quale seguirà un nuovo tavolo regionale con comuni e parti sociali per definire ulteriori strategie.