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ACQUALAGNA - Quaranta giorni senza Riccardo. Un’agonia infinita per la famiglia del 19enne di Acqualagna, scomparso lo scorso 13 ottobre. La mamma, Federica Pambianchi, ha lanciato innumerevoli appelli. Lo ha fatto attraverso le nostre telecamere, quelle di Chi l’ha Visto e sui social, chiedendo di contattare lei o l’avvocato Elena Fabbri per fornire informazioni utili a ritrovare il figlio. Sono arrivate numerose segnalazioni dal territorio provinciale e da altre parti d’Italia, ma nessuna che abbia portato al ritrovamento del giovane. Per non perdere la speranza è stata organizzata una fiaccolata, che si terrà sabato con partenza alle ore 20,30 dal Parco La Golena del Furlo. Non molto lontano da quella diga, dove la notte del 13 ottobre è stata ritrovata l’auto del 19enne, con all’interno i vestiti e gli effetti personali. Giorni di ricerche che hanno visto uomini e mezzi di soccorso e forze dell’ordine, cercare il ragazzo nella diga, nel fiume Candigliano e nei boschi circostanti. Poi le ricerche sono state interrotte. La famiglia aveva presentato alla prefettura una richiesta formale per svuotare la diga, in modo da consentire ai soccorritori di raggiungere le grotte sottostanti all’invaso, per cercare il corpo di Riccardo nel caso avesse deciso di compiere il gesto estremo. La prefettura ha negato l’autorizzazione allo svuotamento per motivi tecnici, di sicurezza e ambientali. Il diniego è stato accolto con profonda amarezza e delusione dalla famiglia, che ha chiesto buonsenso alle istituzioni. E’ stata avviata anche una petizione per rinnovare la richiesta di svuotamento dell’invaso, alla luce delle dichiarazioni dell’ex custode della centrale idroelettrica, il quale ha raccontato di diversi svuotamenti, almeno una ventina, operati nel corso degli anni. Negli ultimi giorni è venuta alla luce una lettera di una decina di righe, lasciata da Riccardo in camera prima della scomparsa, il cui contenuto è secretato dalla Procura, che ha aperto un fascicolo per istigazione al suicidio. Gli inquirenti stanno cercando di ricostruire cosa è accaduto quella notte tra il 12 e il 13 ottobre, in particolar modo cosa abbia fatto Riccardo nelle due ore intercorse tra il momento in cui e uscito di casa, poco dopo la mezzanotte. E l’orario, intorno alle 2,30, nel quale il custode della diga ha sentito arrivare una vettura e chiudersi una portiera.