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CASTIGNANO – Massimo Malavolta, 48 anni, operaio accusato di aver brutalmente ucciso la moglie Emanuela Massicci, è ancora ricoverato in terapia intensiva all’ospedale "Mazzoni" di Ascoli Piceno, piantonato dalle forze dell’ordine. Dopo aver tentato il suicidio tagliandosi i polsi, è stato trovato dai carabinieri privo di sensi accanto al corpo della moglie. La donna, 45 anni, maestra della scuola dell’infanzia, è stata vittima di un femminicidio che ha lasciato sotto choc l’intera comunità di Ripaberarda.
Una storia di violenza latente
Malavolta era già noto per il suo carattere aggressivo e le intemperanze che si manifestavano sia in ambito familiare che lavorativo. Negli anni, aveva avuto problemi con colleghi e conoscenti, che lo avevano denunciato per episodi di violenza e atti persecutori. Nel 2015 era stato condannato in appello per lesioni aggravate nei confronti di una collega, e in passato aveva lavorato come buttafuori, attirandosi ulteriori guai per comportamenti irruenti nei locali notturni.
Seguiva da tempo un percorso terapeutico presso l’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli, ma ciò non è bastato a prevenire l’escalation di violenza culminata nel tragico epilogo della notte tra mercoledì e giovedì. Nonostante la sua storia di violenza, la vittima non aveva mai sporto denuncia, apparentemente concentrata sui problemi di salute di uno dei figli.
Le indagini e le testimonianze
L’autopsia, prevista per oggi, stabilirà le cause del decesso di Emanuela, mentre il procuratore capo Umberto Monti segue le indagini per ricostruire il contesto familiare e l’escalation di violenza. Dalle prime testimonianze emerge che Emanuela non aveva mai espresso preoccupazioni per la propria incolumità, ma il commento di Malavolta sui social nel 2013 – «Inconsciamente voglio eliminare mia moglie» – assume ora contorni sinistri.
La comunità sconvolta
Il femminicidio ha lasciato un segno profondo nella comunità di Castignano. La tradizionale recita natalizia, alla quale avrebbero dovuto partecipare i figli della coppia, è stata rinviata, e il sindaco Fabio Polini ha annunciato il lutto cittadino nel giorno dei funerali. La tragedia ha acceso i riflettori su una vicenda di violenza domestica che, sebbene latente, non aveva mai trovato voce nelle sedi ufficiali, fino a culminare in una fine così drammatica.