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ANCONA – Situazione sempre più critica nel carcere di Montacuto, dove negli ultimi cinque giorni si sono registrati episodi di aggressioni e vandalismi che hanno portato al ferimento di tre agenti della Polizia Penitenziaria e all’incendio di un materasso nella sezione comune. Un’emergenza che riflette le condizioni di sovraffollamento e carenza di personale da tempo denunciate dai sindacati.
Gli episodi
Lo scorso venerdì un detenuto tunisino ha minacciato di morte un agente, afferrandolo per il collo. Il giorno successivo, un altro poliziotto è stato colpito con un pugno durante un controllo di routine. Lunedì notte, un detenuto ha incendiato il materasso in segno di protesta per non aver ricevuto i farmaci richiesti, rendendo necessario un intervento urgente per evitare ulteriori danni. Ieri mattina, durante un trasferimento per motivi di sicurezza, un recluso ha lanciato un liquido corrosivo contro un agente, colpendolo poi con calci e pugni fino a farlo cadere a terra.
La situazione critica
Secondo i dati dell’Unione Sindacati Polizia Penitenziaria (Uspp), il carcere di Montacuto presenta un sovraffollamento cronico: a fronte di una capienza regolamentare di 256 posti, i detenuti sono 345, ben 89 in più. La carenza di personale è altrettanto preoccupante: su una pianta organica di 174 agenti, ne sono operativi solo 114, con una mancanza di 60 unità.
Le richieste dei sindacati
L’Uspp denuncia come le aggressioni siano diventate un fenomeno quotidiano, aggravato da un sistema ormai al collasso. «Le condizioni di lavoro sono insostenibili, e il sovraffollamento rende impossibile garantire la sicurezza», sottolineano i rappresentanti del sindacato, che chiedono interventi immediati. Tra le priorità, l’aumento del personale, il miglioramento delle condizioni di lavoro degli agenti e l’introduzione di misure più efficaci per prevenire e gestire episodi di violenza.
Conclusioni
Montacuto è il simbolo di una situazione carceraria sempre più insostenibile, dove i problemi strutturali e organizzativi rischiano di compromettere non solo la sicurezza degli agenti ma anche il percorso rieducativo dei detenuti. Un intervento deciso delle istituzioni è ormai indispensabile per riportare ordine e dignità all’interno della struttura.