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La Corte di Cassazione ha confermato la condanna a tre anni di reclusione per Massimiliano Mecozzi, medico omeopata di Pesaro, ritenuto responsabile della morte del piccolo Francesco Bonifazi, il bambino di 7 anni di Cagli morto nel 2017 per un’otite degenerata in encefalite.

Francesco perse la vita il 27 maggio, dopo tre giorni di agonia, presso l’ospedale Salesi di Ancona, dove era arrivato in condizioni disperate.

Mecozzi aveva curato il piccolo esclusivamente con rimedi omeopatici, senza somministrare antibiotici, una scelta ritenuta dalla giustizia come una grave violazione della buona prassi medica.

La Suprema Corte ha respinto il ricorso del medico, confermando la sentenza emessa in Appello e ponendo fine a una lunga battaglia legale intrapresa dalla famiglia della vittima. Nel processo, si erano costituiti parte civile il nonno del bambino e l’Unione Nazionale Consumatori.

Da indagini difensive dell’avvocato Canafoglia, che rappresenta i consumatori, è emerso che la morte di Francesco, trattata con l’omeopatia, non sarebbe stato un caso isolato, citando episodi simili verificatisi in Nuova Zelanda, Pennsylvania e più recentemente a Lecce, dove un bambino di 14 mesi è deceduto sempre perché un medico ed i genitori non avrebbero somministrato medicinali antibiotici a favore di quelli omeopatici".

La famiglia di Francesco, assistita dall’avvocato Federica Mancinelli, ha accolto con sollievo la sentenza definitiva, che sancisce la responsabilità del medico. "La verità è stata riconosciuta, e la condanna rappresenta un monito per il futuro, affinché nessun’altra famiglia debba affrontare una tragedia simile".

Per i parenti del piccolo Francesco, questa sentenza chiude una pagina dolorosa, anche se nessuna decisione potrà mai colmare il vuoto lasciato dalla perdita del bambino.

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