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Sono stati tutti assolti dalla corte d’appello di L’Aquila i tre dipendenti della Provincia di Teramo condannati in primo grado complessivamente a sette anni carcere perchè ritenuti responsabili della morte del cicloamatore Marino Urriani, deceduto l’11 novembre del 2016 quando in sella alla sua bicicletta andò a sbattere contro un camion lungo strada provinciale Bonifica nei pressi di Ancarano. I giudici di secondo grado hanno prosciolto da ogni accusa perchè il fatto non costituisce reato Leo Di Liberatore, all’epoca dei fatti dirigente del settore viabilità della Provincia e oggi in pensione; Dario Melozzi, nella sua veste di responsabile del primo nucleo operativo viabilità e Lucio De Sanctis, allora coordinatore del primo nucleo operativo di viabilità e anch’egli in quiescenza. Accolte, dunque, le tesi dei difensori, gli avvocati Guglielmo ed Eugenia Marconi, Pietro Referza e Vincenzo Di Nanna che al termine dello loro arringhe difensive avevano chiesto l’assoluzione per i loro assistiti in quanto non avevano alcuna responsabilità su quanto accaduto. L’11 novembre 2016, il 57enne Marino Urriani di Castorano era uscito di casa per fare una passeggiata in bici. Arrivato all’altezza di Ancarano, il ciclista si era ritrovato davanti un tir fermo sulla carreggiata. Il grosso mezzo aveva dovuto frenare di colpo per schivare una frana presente su quel tratto da almeno 3 anni. La voragine aveva causato il restringimento di carreggiata che impediva il passaggio contemporaneo di due mezzi. In quel momento sopraggiungeva proprio il ciclista. Fatale per lui, l’impatto, violentissimo. Al termine del processo di primo grado, il tribunale di Teramo aveva condannato Leo Di Liberatore a due anni e sei mesi; Dario Melozzi a due anni e quattro mesi e di Lucio De Sanctis a due anni e due mesi. La corte d’appello ha ribaltato la sentenza e assolto i tre imputati perchè il fatto non costituisce reato.