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Tre ultras aquilani sono stati arrestati dalla Digos in seguito agli scontri avvenuti domenica 26 gennaio, dopo la partita di serie D tra L’Aquila e Sambenedettese.

A finire ai domiciliari tre uomini di 35, 38 e 50 anni: sono quelli che dopo l’invasione di campo avrebbero cercato di introdursi nello spogliatoio dei giocatori della propria squadra, sconfitta 3-0 dalla capolista Samb.

A bloccarli nei corridoi gli agenti della celere che li hanno identificati. Di qui l’arresto in differita entro 48 ore dai fatti: in quanto ritenuti i più facinorosi e che, sempre secondo la ricostruzione dalla Digos, avrebbero dato il là alla bagarre.

Tutto è iniziato quando dopo il triplice fischio, i supporter marchigiani che si trovavano in tribuna sono stati fatti passare nel rettangolo verde per raggiungere l’uscita attraverso la curva ospiti.

Non è chiaro se ai tifosi aquilani quella sia sembrata un’invasione di campo, fatto sta che qualcuno di loro ha scavalcato le recinzioni e c’è stato il contatto tra le due tifoserie avversarie a colpi di bastoni e cinghiate.

Nessuno è finito al pronto soccorso, ma le scene di violenza sono state riprese oltre che dalle telecamere dello stadio Gran Sasso d’Italia, anche da numerosi smartphone, con le immagini diventate virali sui social. Ed ora tutte sono al vaglio della Questura aquilana.

L’ipotesi è che a giorni arriveranno decine di denunce sia tra i tifosi del capoluogo, sia tra quelli marchigiani, tutti in  via di identificazione. Proseguono infatti le indagini della polizia volte a verificare tutti i provvedimenti disciplinari, tra cui anche Daspo oltre a possibili squalifiche del campo.

Nel pomeriggio sono attese invece le decisioni del giudice sportivo, mentre è polemica a distanza tra le due società, sulla gestione della sicurezza.  

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