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Niente sconto di pena. Resta quantificata anche in appello a 25 anni di carcere la condanna nei confronti di Luigi Giacomo Passeri, il 32enne di Pescara arrestato in Egitto nell’agosto 2023 con l’accusa di traffico internazionale di stupefacenti. Passeri, originario della Sierra Leone, viveva a Pescara dal 1997 e stava trascorrendo una vacanza con la famiglia in Egitto quando, nel suo penultimo giorno di permanenza ell aterra dei faraoni, è stato arrestato. Secondo i suoi familiari, la quantità di droga trovata in suo possesso sarebbe stata limitata all’uso personale, ma le autorità egiziane hanno avanzato l’accusa di traffico internazionale, con conseguente arresto e successiva condanna. I familiari, tuttavia, hanno sempre respinto questa accusa, affermando che il giovane non fosse coinvolto in attività criminali di tale portata. In seguito all’arresto, la famiglia ha più volte chiesto il trasferimento di Luigi Giacomo in Italia, ma nonostante l’impegno di alcuni esponenti politici, tra cui il deputato Marco Grimaldi e il consiglio comunale di Pescara, le richieste non hanno trovato risposta positiva. Marco Antonio, fratello di Luigi, ha sottolineato come, nonostante alcuni passi avanti grazie all’ambasciata italiana in Egitto, dal governo italiano si sentano “abbandonati”. Secondo quanto riferito dai familiari le condizioni psicofisiche di Luigi, le lettere ricevute raccontano di violenze subite durante l’arresto e delle difficoltà nel comprendere i documenti che gli sono stati fatti firmare, senza che lui ne fosse consapevole. La comunicazione tra la famiglia e Luigi è limitata e le informazioni su come il giovane venga trattato nelle carceri egiziane sono molto scarne. La famiglia di Passeri non intende arrendersi e continua a chiedere con forza l’estradizione del giovane, sperando in un intervento decisivo da parte delle autorità italiane per riportarlo a casa.

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