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Nel 2024, nelle Marche, sono state richieste e autorizzate complessivamente 23,4 milioni di ore di Cassa Integrazione Guadagni (CIG), Fondo di Integrazione Salariale (FIS) e altri fondi di solidarietà. In particolare, le ore di CIG – comprensive di ordinaria, straordinaria e in deroga – hanno raggiunto quota 23,2 milioni, segnando un incremento di 7 milioni di ore rispetto al 2023 (+44,9%). Questo aumento è nettamente superiore alla media nazionale (+21,1%) e a quella del Centro Italia (+12,1%). Le ore richieste per FIS e altri fondi di solidarietà, invece, ammontano a poco più di 270 mila. I dati emergono da un’analisi condotta dall’Ires-Cgil Marche sui numeri forniti dall’INPS.

L’incremento maggiore si registra nella provincia di Fermo, che ha visto un aumento del 126,4% delle ore di CIG. Seguono Macerata (+68,8%), Ascoli Piceno (+65,7%), Pesaro Urbino (+32,3%) e Ancona (+20,7%). Il settore industriale è quello che ha maggiormente usufruito della CIG, con 22,5 milioni di ore autorizzate, mentre nel terziario si contano 148 mila ore e nell’edilizia 451 mila.

L’intero aumento della CIG rispetto all’anno precedente è attribuibile al comparto industriale, che ha registrato una crescita di 7,4 milioni di ore (+49%). All’interno dell’industria, i settori più colpiti sono quello delle pelli, cuoio e calzature, che ha visto un incremento del 163,8%, e quello del tessile e abbigliamento, con un aumento addirittura del 326,7%. Anche la chimica, gomma e plastica (+36,9%) e la meccanica e metallurgia (+32,8%) hanno registrato aumenti significativi, con quest’ultimo comparto che assorbe quasi la metà delle ore di CIG autorizzate nell’industria.

Al contrario, il settore terziario ha visto una riduzione delle ore di CIG di 142 mila (-48,9%), mentre l’edilizia ha registrato un calo di 99 mila ore (-18,1%).

"I settori più colpiti sono la meccanica e metallurgia, il calzaturiero e il tessile-abbigliamento, che rappresentano comparti fondamentali per l’economia regionale", commenta Eleonora Fontana, segretaria della Cgil Marche. "Di fronte a questi dati, auspichiamo che il Governo e la Regione pongano al centro delle loro politiche una strategia industriale mirata per sostenere il sistema produttivo delle Marche".

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