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Il tavolo per la Beko è in corso. Il Ministro Urso ha spiegato di aspettarsi dal Gruppo "un piano industriale e occupazionale serio e assertivo, in linea con le prescrizioni della Golden Power, sia in riferimento alla sovrapposizione con gli altri stabilimenti Whirlpool in Europa, sia con quelli di Beko in Romania".

"Chiediamo alla proprietà un nuovo piano industriale con almeno 300 milioni di investimenti, un vero piano Italia per fare di Beko un orgoglio del Made in Italy.

"Lo ribadisco - ha aggiunto - ancora una volta: tutti gli stabilimenti dovranno rimanere produttivi. Proprio per questo il sito di Comunanza, uno dei principali poli italiani dell’elettrodomestico, dovrà continuare a essere motore produttivo e occupazionale del territorio marchigiano: siamo impegnati a valorizzare un’eccellenza del sistema Paese".

Sono in totale quasi 500 i lavoratori di Beko riuniti in presidio davanti alla sede del ministero delle Imprese e del Made in Italy in occasione del nuovo tavolo di crisi convocato per questo pomeriggio dopo l’annuncio del piano della multinazionale degli elettrodomestici, che prevede la chiusura di due stabilimenti in Italia e oltre 1.900 esuberi. Tra loro anche i dipendenti dei siti di Comunanza e Fabriano.

Contestualmente all’incontro si svolge uno sciopero di otto ore, sempre in tutti i siti Beko, proclamato dalle organizzazioni di categoria Fiom, Fim e Uilm. "Il posto di lavoro non si tocca, lo difenderemo fino alla lotta", "Beko non si chiude, vogliamo lavorare" alcuni dei cori che si alzano dalla folla, che espone anche numerosi cartelli di protesta. "L’Italia svenduta agli stranieri" si legge in uno di questi. 

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