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La chiusura della Beko di Comunanza, infatti, non è più imprescindibile e può essere scongiurata. Ad affermarlo, oggi pomeriggio, sono stati i rappresentanti della stessa multinazionale, nel corso dell’atteso tavolo che si è svolto a Roma, al ministero delle Imprese e del Made in Italy. Presenti, oltre al ministro Adolfo Urso, anche il sindaco comunanzese Domenico Sacconi, l’assessore regionale Stefano Aguzzi, il senatore e commissario alla ricostruzione Guido Castelli, il sottosegretario al Mef Lucia Albano, il governatore Francesco Acquaroli e il sindaco ascolano Marco Fioravanti nelle vesti di presidente Anci. Per la prima volta, dopo che la Beko a novembre aveva annunciato la volontà di chiudere alcuni stabilimenti in Italia, tra i quali quello di Comunanza, con il conseguente licenziamento di oltre trecento operai, da parte dell’azienda c’è stata una netta apertura. Per la fabbrica di Villa Pera, infatti, la multinazionale ha dichiarato di essere disposta a non procedere alla chiusura entro il 2025, a condizione di trovare in sinergia con il ministero gli strumenti adeguati a modificare il piano industriale: il tutto, introducendo incentivi per favorire investimenti e la ricerca di sostenibilità del sito produttivo. In altre parole, se il Governo aiuta la Beko a ridurre i costi fissi, lo stabilimento Piceno potrà continuare ad operare e non ci saranno licenziamenti. Il sindaco di Comunanza ha ribadito l’importanza di un impegno concreto da parte delle istituzioni per tutelare i lavoratori e garantire un futuro stabile al territorio. “Di fatto è cominciata la negoziazione – spiega proprio Domenico Sacconi -. Non si può ancora cantare vittoria, ma sono molto fiducioso. Da parte dell’azienda ho riscontrato una netta apertura”. Il ministro, poi, ha rilanciato, chiedendo alla proprietà un nuovo piano industriale con almeno 300 milioni di investimenti, per fare di Beko un orgoglio del Made in Italy. “Di fronte a questo impegno – ha promesso Uerso -, noi metteremo in campo gli strumenti del ministero e di Invitalia, come gli accordi di innovazione, i contratti di sviluppo o il Piano Transizione 5.0 per l’efficientamento energetico”. La Beko, dopo aver ribadito che il piano di trasformazione nasce da un’approfondita analisi del contesto strutturale italiano ed europeo, si è detta disponibile sia a trattare per evitare la chiusura di Comunanza che a valutare l’investimento chiesto da Urso. Il prossimo tavolo verrà convocato tra la fine di febbraio e gli inizi di marzo. E sarà in quel momento che la trattativa entrerà nel vivo. 

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