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ANCONA – Nel 2024, nelle Marche si è registrata una riduzione degli infortuni sul lavoro e delle morti bianche, ma cresce il numero di malattie professionali. Secondo i dati elaborati dall’Ires Cgil Marche sulla base delle rilevazioni Inail, le denunce di infortunio sono state 16.676, in calo di 242 casi rispetto al 2023 (-1,4%), un dato migliore rispetto alla tendenza nazionale, che invece risulta in aumento. La flessione è legata alla riduzione degli infortuni in occasione di lavoro (-1,7%), mentre quelli in itinere rimangono sostanzialmente stabili rispetto all’anno precedente.

A livello territoriale, la provincia con il maggior numero di denunce di infortuni è Ancona con 5.641 casi, seguita da Pesaro e Urbino (3.953), Macerata (3.528), Ascoli Piceno (2.195) e Fermo (1.359), quest’ultima unica provincia con una crescita significativa, pari al +6,3%.

Diminuiscono anche gli infortuni mortali, che nel 2024 sono stati 22, sei in meno rispetto al 2023. Tuttavia, il calo degli incidenti sul lavoro non è accompagnato da un miglioramento delle condizioni di salute dei lavoratori: le denunce di malattie professionali sono aumentate del 14,1%, arrivando a 7.725 casi.

Settori più colpiti e fasce a rischio
L’analisi dei settori produttivi mostra un incremento degli infortuni nelle aziende agricole (+170,6%) e nel comparto commercio e riparazioni (+17,2%). Situazione pressoché invariata nel settore delle costruzioni (+0,4%) e in quello del trasporto e magazzinaggio (+1%), mentre si registra una flessione nelle attività manifatturiere (-5,2%).

Dal punto di vista anagrafico, la fascia più giovane di lavoratori ha visto un aumento del 3,8% degli infortuni, mentre tra i lavoratori extracomunitari l’incremento è stato dell’1,9%.

Cgil: “Numeri preoccupanti, serve più formazione”
Nonostante il calo degli infortuni, la segretaria regionale della Cgil Marche, Loredana Longhin, esprime preoccupazione: **"Questi numeri non ci confortano, poiché sono influenzati dall’andamento del mercato del lavoro e dall’aumento dell’utilizzo della cassa integrazione"**¹.

Un aspetto critico riguarda in particolare gli infortuni tra i lavoratori stranieri, che continuano a registrare percentuali più alte. **"Questo significa che le aziende non investono abbastanza su formazione e prevenzione, lasciando esposti ai rischi proprio i lavoratori più vulnerabili"**², ha aggiunto Longhin.

Il tema della sicurezza sul lavoro resta quindi centrale nel dibattito regionale, con l’obiettivo di rafforzare le misure di tutela per i lavoratori e promuovere interventi più incisivi nella formazione e nella prevenzione degli incidenti professionali.

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