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Slitta al 14 marzo, per mancanza di un giudice, l’avvio del processo di secondo grado per la strage nella discoteca Lanterna Azzurra a Corinaldo. Non decolla ad Ancona il giudizio di appello per i proprietari, i gestori e gli addetti alla sicurezza della discoteca dove la notte tra il 7 e l’8 dicembre 2018 morirono cinque minorenni e una mamma: rimasero schiacciati nella calca, anche a causa del cedimento di una balaustra all’esterno di un’uscita di sicurezza, mentre fuggivano dal locale, sovraffollato e non a norma, in cui era stato spruzzato del peperoncino per rubare collanine.
La prima udienza si è tenuta questa mattina in Corte d’Appello ad Ancona, in relazione al filone amministrativo, quello concluso in primo grado con giudizi abbreviati ad aprile del 2022. Su nove imputati in sette erano condannati in abbreviato (due avevano patteggiato e per loro il procedimento è chiuso) a pene tra i 3 e 5 anni di reclusione.
Omicidio colposo plurimo, lesioni colpose e disastro colposo, le accuse sostenute a vario titolo per i proprietari della discoteca Letizia Micci e Mara Paialunga, madre e figlia (condannate in primo grado a 3 anni), il dj nonché gestore di fatto del locale Marco Cecchini (condannato a 5 anni e 1 mese), Carlantonio Capone, socio della Magic che gestiva la discoteca (4 anni e 2 mesi), Gianni Ermellini, responsabile della security (3 anni e 8 mesi), Alberto e Marco Micci, anche loro proprietari (ciascuno 4 anni).
Definito anche il calendario per il prosieguo del processo: l’11 aprile, il 13 maggio e il 16 giugno. Si terranno nell’aula collegiale del tribunale ordinario perché più grande delle aule in Appello. Respinta la richiesta, avanzata da una parte civile, di unire questo procedimento a quello del filone amministrativo di altri nove imputati che non avevano chiesto riti alternativi: in questo caso le condanne di primo grado erano arrivate il 17 giugno 2024, a pene più lievi, da quattro mesi ad un anno e due mesi solo per il reato di falso). In questo caso Appello ancora da fissare.