Condividi:
I due adolescenti accusati dell’omicidio del sedicenne Christopher Thomas Luciani, conosciuto dagli amici come ’Crox’, sono comparsi in aula davanti al gup Cecilia Angrisano al Tribunale dei minorenni dell’Aquila. Si è trattato di un passaggio procedurale che porterà alla discussione e alla sentenza il prossimo 6 marzo. Crox era stato colpito a morte con 25 coltellate, lo scorso 23 giugno, nel parco Baden Powell di Pescara, per un piccolo debito di droga.
Nel corso dell’udienza è stata illustrata la perizia psichiatrica nei confronti del minorenne che avrebbe sferrato le prime dieci coltellate: una perizia che i difensori Massimo Galasso e Roberto Mariani avevano chiesto in virtù di un gesto autolesionistico registrato in passato. La perizia è stata affidata a Stefano Ferracuti dell’università La Sapienza di Roma, e Giovanni Camerini dell’università di Bologna. "E’ stato un esame lungo e interessante - ha detto al termine dell’udienza l’avvocato Galasso - ovviamente i periti mantengono la loro idea che è quella dell’imputabilità del nostro assistito. I due imputati, hanno risposto a lungo alle domande del presidente che ha rinviato al 6 marzo alle 9.30 la discussione e la sentenza".
"Il nostro assistito - ha proseguito il legale - è molto provato da una serie di situazioni immaginabili a partire dallo stato di detenzione e per quello che è successo. Hanno risposto ripetendo le dichiarazioni rese in corso indagini preliminari che sono state ribadite. Non c’è grossa discussione sul fatto e come è successo".
L’avvocato Mariani giudica importante capire come articolare la fase difensiva. "I periti - ha aggiunto il legale -hanno confermato la questione della capacità hanno altresì confermato che il giovane ha un problema a livello patologico. Occorrerà valutare quanto questo problema potrà incidere sulla linea difensiva. Sul fatto c’è poco da discutere, ma soprattutto sulla configurabilità delle aggravanti".