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Un traffico milionario di supercar rubate e rivendute a prezzi di molto inferiori rispetto a quelli di mercato è stato smantellato dalle forze dell’ordine. La Questura di Teramo ha eseguito nei giorni scorsi un’importante operazione che ha portato al sequestro di immobili, aziende e vetture di lusso riconducibili a un sodalizio criminale attivo lungo la costa teramana.
L’indagine, condotta dalla Divisione Anticrimine e dalla Squadra Mobile, è stata disposta dal Questore Carmine Soriente e si è conclusa con il sequestro di due locali commerciali, un’area di 1.500 metri quadrati a Martinsicuro e tre società operanti nel commercio di veicoli. Le attività del gruppo si basavano su un sistema consolidato: le auto, in particolare Porsche, BMW e Audi di grossa cilindrata, venivano rubate in Italia, poi dotate di documenti falsi e infine vendute a prezzi molto più bassi rispetto al loro reale valore di mercato. Il meccanismo era studiato per attrarre acquirenti ignari o complici che, allettati dall’acquisto a condizioni vantaggiose, contribuivano indirettamente al finanziamento dell’organizzazione.
Gli investigatori hanno accertato che molte delle vetture venivano poi esportate all’estero, in particolare nei Paesi dell’Est Europa, dove venivano reimmesse nel mercato con documentazione falsificata. Le indagini hanno permesso di ricostruire il giro d’affari del clan, capeggiato da soggetti di nazionalità albanese, già noti alle forze dell’ordine per precedenti legati a furti d’auto, riciclaggio, rapine e spaccio di sostanze stupefacenti.
rganizzazione non si limitava al commercio illecito di vetture, ma reinvestiva i proventi in attività apparentemente lecite per riciclare il denaro sporco, utilizzando le aziende sotto sequestro come copertura per le operazioni. Secondo le stime, il valore complessivo dei beni sequestrati ammonta a diverse centinaia di migliaia di euro. L’operazione della Questura di Teramo si inserisce in un quadro più ampio di contrasto alla criminalità, volto a stroncare i tentativi delle organizzazioni malavitose di infiltrarsi nei settori economici strategici del territorio. Le indagini proseguiranno per identificare eventuali complici e per ricostruire nel dettaglio il percorso delle auto rubate. Intanto, il sequestro dei beni rappresenta un primo passo verso una possibile confisca definitiva, con la prospettiva che possano essere destinati a scopi sociali e restituiti alla collettività.