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ANCONA Ormai era il segreto di Pulcinella: Ricci è candidato alle elezioni regionali per il Pd. Dovrà sentire gli alleati ma il suo partito lo ha scelto come anti Acquaroli. Fin qui nessuna notizia e nessuna nuova. L’evento al teatro di Osimo, svoltosi ieri sera, è servito più a tirare le fila interne al Pd, per fare quadrato intorno al candidato.
Tanti i temi affrontati nel corso della serata "Primavera dintorno", versi del Passero Solitario di Leopardi. Un inno ad una nuova stagione.
«Le Marche meritano di tornare protagoniste». Con queste parole l’europarlamentare ed ex sindaco di Pesaro ha annunciato ufficialmente la sua disponibilità a candidarsi alla presidenza della Regione Marche, lanciando un messaggio forte al centrosinistra e una critica netta alla gestione del centrodestra e del presidente uscente Francesco Acquaroli.
Ricci ha scelto Osimo, città commissariata dopo le dimissioni del sindaco Francesco Pirani, per spiegare le ragioni della sua scelta, parlando di un territorio simbolo del «fallimento della destra che pensa solo a conservare il potere». Ha poi espresso il suo sostegno a Michela Glorio, candidata del centrosinistra, certa – a suo dire – di riportare equilibrio e nuova energia alla città.
Non è mancato un attacco diretto al presidente Acquaroli, accusato da Ricci di scarsa visibilità e incapacità comunicativa: «Chi non comunica non esiste. Se il presidente della Regione è sconosciuto, è evidente che non sta facendo bene il suo lavoro».
Nel corso dell’intervento Ricci ha evocato anche il celebre film Matrix per spiegare la propria motivazione: «Come dice l’Oracolo a Neo: non sei qui per scegliere, ma per capire perché hai già scelto. Non ho resistito al richiamo della mia terra».
Il dirigente dem ha poi sottolineato la ritrovata compattezza del Partito Democratico, dopo anni di divisioni e personalismi: «Oggi il PD è unito e granitico, e questo spaventa chi governa». Ha ringraziato la segretaria regionale Chantal Bomprezzi per il lavoro svolto.
Ricci ha rivendicato la propria lunga esperienza amministrativa e politica, definendo il suo periodo da sindaco «l’esperienza più bella» della sua carriera. Ora, dice, è pronto a mettersi in gioco per una sfida più grande: «Le Marche sono diventate marginali, servono idee coraggiose, serve una visione per il 2050, serve una Regione che torni a essere centrale per lo sviluppo del Paese».