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Non ci sono più ostacoli per le nuove trivellazioni in mare al largo della foce del fiume Tronto. Il Consiglio di Stato ha infatti respinto il ricorso presentato dai Comuni di Martinsicuro, Alba Adriatica, Pineto e dalla Provincia di Teramo, che cercavano di bloccare l’autorizzazione concessa all’Eni per l’apertura di un nuovo pozzo di gas naturale in Adriatico.
La decisione rappresenta un duro colpo per gli enti locali del Teramano, che avevano già visto respinta la loro opposizione dal Tar del Lazio.
Ora, con la conferma del Consiglio di Stato, l’Eni potrà procedere con la realizzazione del nuovo impianto, in una zona marittima situata tra le Marche e l’Abruzzo, di fronte ai comuni costieri di San Benedetto del Tronto e Martinsicuro.
Il progetto prevede la perforazione del pozzo identificato come “Vla D/1 DIR”, connesso alla piattaforma già esistente “Vla D/1 AG”, e fa parte della concessione per l’estrazione di gas denominata B.C8.AG, affidata a Eni e Adriatica Idrocarburi.
Secondo i giudici amministrativi, l’intervento è conforme alla normativa vigente e rispetta i vincoli paesaggistici e ambientali. Inoltre, è stato considerato compatibile con gli obiettivi di sicurezza energetica nazionale.
Delusione tra gli amministratori locali e tra i cittadini, che temono conseguenze ambientali e impatti negativi sul turismo e sulla pesca. Tuttavia, dal punto di vista legale, non ci sono più margini per impedire l’avvio delle operazioni.
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