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La Legge di Bilancio 2025, approvata il 28 dicembre 2024 e pubblicata in Gazzetta Ufficiale il 31 dicembre, segna un passaggio cruciale per le imprese italiane che puntano su innovazione tecnologica, transizione energetica e sviluppo sostenibile. Con una manovra da 30 miliardi, il Governo ha messo in campo strumenti mirati per sostenere gli investimenti industriali, rafforzare la competitività e accompagnare le imprese verso un modello produttivo più efficiente e autonomo dal punto di vista energetico.
In questo approfondimento, analizziamo le 10 misure chiave che vale la pena conoscere.
Transizione 5.0: più incentivi e meno vincoli per l’efficienza energetica
Il nuovo credito d’imposta 5.0, disciplinato dai commi 427-429, si rivolge a tutte le imprese che investono in beni strumentali nuovi, anche in sostituzione di macchinari obsoleti, a condizione che tali investimenti comportino un miglioramento dell’efficienza energetica verificabile secondo norme di settore o prassi riconosciute.
Il beneficio fiscale prevede un’aliquota base del 35%, applicabile alla spesa fino a 10 milioni di euro. L’aliquota può salire al 40% o al 45% in base al livello di risparmio energetico ottenuto, rispettivamente pari almeno al 3% a livello di struttura produttiva e al 5% a livello di processo.
In caso di sostituzione di beni già ammortizzati da almeno 24 mesi, l’efficienza energetica è considerata implicita e non richiede calcoli di verifica, semplificando notevolmente l’accesso al credito.
Particolarmente favorevole il trattamento riservato agli investimenti in moduli fotovoltaici ad alta efficienza prodotti nell’Unione Europea: la base di calcolo del credito viene maggiorata del 130%, 140% o 150% a seconda della tipologia dei moduli impiegati. In combinazione con un bene trainante agevolato al 45%, l’incentivo sul fotovoltaico può arrivare fino al 67,5% del costo sostenuto.
Il credito è cumulabile con il credito d’imposta ZES Unica, quello per la Zona Logistica Semplificata, e con incentivi europei, purché venga rispettato il divieto di doppio finanziamento e non si superi il costo complessivo dell’investimento. Non è invece cumulabile con il credito d’imposta per investimenti 4.0.
Mini-IRES: tassazione ridotta per chi reinveste gli utili
Nei commi 436-444 è prevista una riduzione dell’aliquota IRES di 4 punti percentuali per le imprese che, nel corso del 2025, accantonano almeno l’80% degli utili e destinano non meno del 30% di questi accantonamenti a investimenti in beni strumentali 4.0 e 5.0. La fruizione del beneficio è subordinata alla realizzazione di nuove assunzioni e alla non attivazione di cassa integrazione. Il quadro attuativo sarà definito da un decreto del MIMIT.
Transizione 4.0: cambia la disciplina per beni immateriali e materiali
Il credito d’imposta Transizione 4.0 (commi 445-448) cambia assetto. Per i beni immateriali 4.0, il credito è valido solo se prenotati entro il 31 dicembre 2024 e consegnati entro il 30 giugno 2025. Per i beni materiali 4.0, l’agevolazione resta invariata ma viene introdotto un tetto di spesa nazionale pari a 2,2 miliardi di euro, con assegnazione dei crediti secondo l’ordine cronologico delle domande inviate al GSE.
Credito per i listing: supporto alle PMI che si quotano in Borsa
Al comma 449 viene prorogato fino al 2027 il credito d’imposta del 50% per i costi di consulenza sostenuti dalle PMI che si quotano in Borsa, fino a un massimo di 500.000 euro per impresa.
Fondo di Garanzia per le PMI: proroga e aggiornamenti
Il Fondo di Garanzia (comma 450) viene prorogato al 31 dicembre 2025, con conferma del limite massimo garantito pari a 5 milioni di euro per impresa. Viene aggiornata la definizione di "mid-cap", rimuovendo il requisito minimo di 250 dipendenti. Per le operazioni di liquidità, la garanzia sarà ora unica e fissata al 50%, mentre per gli investimenti resta all’80%.
Credito R&S: contributo per chi ha aderito al riversamento
I commi 458-460 prevedono l’introduzione di un contributo in conto capitale per le imprese che, entro ottobre 2024, hanno aderito alla procedura di riversamento spontaneo del credito d’imposta R&S. Le modalità di erogazione saranno definite da un decreto attuativo del MIMIT.
Nuova Sabatini: rifinanziamento fino al 2029
Il comma 461 conferma il rifinanziamento della Nuova Sabatini per un totale di 1,7 miliardi di euro, di cui 400 milioni già per il 2025. La misura sostiene l’acquisto di beni strumentali da parte delle imprese, senza modifiche alla disciplina esistente.
Fondo 394 Simest: investimenti verso l’America Latina
Nei commi 463-470 viene esteso l’utilizzo del Fondo 394/81 per l’internazionalizzazione. Le risorse finanzieranno investimenti produttivi e commerciali in America centrale e meridionale, oltre a interventi per l’innovazione digitale, tecnologica e green, formazione del personale e rafforzamento patrimoniale.
Credito ZES Unica: proroga e cumulabilità
Il credito d’imposta ZES Unica (commi 485-491) viene prorogato al 2025, con una dotazione di 2,2 miliardi di euro, a favore delle imprese operanti nelle regioni del Mezzogiorno. Sono agevolabili gli investimenti in beni strumentali, immobili e terreni produttivi. La misura è ora cumulabile con il credito 5.0.
ZES Unica Agricoltura: estensione anche alle imprese agricole
I commi 544-546 prorogano il credito ZES Unica Agricoltura, rivolto alle imprese della produzione primaria, forestale e della pesca, attive in Basilicata, Calabria, Campania, Molise, Puglia, Sardegna, Sicilia e alcune aree dell’Abruzzo. Per il 2025 sono stanziati 50 milioni di euro.
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