Nel 2020 hanno fatto rientro a casa 1600 famiglie sfollate dal sisma

Nel corso del 2020 circa 1.600 famiglie sfollate dopo il terremoto del 2016 hanno potuto fare il loro rientro nell’abitazione riparata o ricostruita. Dati forniti dal commissario straordinario Giovanni Legnini che ha incontrato a Roma i presidenti e i delegati delle quattro regioni coinvolte dal sisma 2016, per fare il punto sul lavoro svolto nel corso di quest’anno ed impostare le linee di azione per 2021, che «dovrà essere – ha detto il commissario – l’anno del decollo definitivo della ricostruzione». Legnini spiega che «la priorità, sfruttando anche l’assunzione di 150 nuove unità di personale negli Uffici Speciali della Ricostruzione, è quella di accelerare l’esame della grande quantità di domande di contributo arrivate nel corso del 2020 e consentire l’apertura del massimo numero possibile di cantieri». Legnini ha affrontato gli stessi argomenti in videoconferenza con i 138 sindaci dei comuni colpiti dal terremoto. E ha sottolineato che: «L’altra grande sfida che abbiamo davanti per il prossimo anno è quella di far partire i cantieri della ricostruzione pubblica, anche sfruttando i poteri in deroga concessi al commissario, che potranno essere delegati agli stessi sindaci». Intanto nel 2020, le domande di contributo per la riparazione o la ricostruzione degli edifici danneggiati dal sisma sono cresciute del 66% rispetto all’anno precedente, passando da 12.063 a fine 2019 alle 19.593 presenti sulla piattaforma informatica al 28 dicembre 2020.  Rispetto agli 80mila edifici inagibili censiti inizialmente, le richieste di contributo sono un quarto del totale. Ci sono attualmente 3.175 cantieri in fase di lavorazione, mentre gli interventi conclusi con il ripristino degli immobili erano 3.982.  Significativo, nel corso dell’anno, è stato l’afflusso di domande, oltre 5mila, per la riparazione dei danni lievi.

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