No alla pillola abortiva nei consultori, continuano gli scambi di accuse

Continua a far discutere la decisione della Regione Marche che ha ricusato la mozione del centrosinistra sull’aborto farmacologico, respingendo l’applicazione delle linee guida del ministero che prevedono la somministrazione della pillola abortiva nei consultori familiari.
A riguardo il gruppo assembleare del Pd ha sostenuto che “si lavorerà per impedire che la regione torni indietro di decenni e ad un lugubre passato fatto di aborti clandestini, di donne morte per mancanza di assistenza medica, di ginecologi e ostetriche arricchitisi sulla loro pelle e sul loro dramma”.
Pesanti le critiche mosse dal PD nei riguardi dell’assessore alla Sanità Saltamartini ed al capogruppo di Fratelli d’Italia Carlo Ciccioli, che dal canto suo chiarisce e rilancia affermando che “Occorre una 194 urgente in difesa della libertà della donna e di fare figli, che permetta alle giovani coppie di accedere immediatamente al sostegno per la maternità, asili nido e scuole materne gratuite”.
Mentre il PD critica le donne della maggioranza accusate di “essersi arroccate a difesa di posizioni e che, al di fuori di questa assise, anche chi si dichiara persona di destra, farebbe fatica ad accettare”, l’assessore Saltamartini ha replicato al nostro microfono.

Filippo Saltamartini, assessore regionale alla Sanità: “La replica è che la RU 846 verrà somministrata solo nei tre ospedali che sono abilitati: Urbino, Senigallia e San Benedetto del Tronto. La Regione Marche disattenderà le linee guida del ministero della salute che aveva previsto che la pillola potesse essere somministrata nei consultori, semplicemente perché la legge non lo prevede e le linee guida non sono fonti del diritto.
Naturalmente non c’è nessun tipo di pregiudizio, ma noi non possiamo immaginare che la pillola abortiva possa essere considerata come un semplice cachet da prendere quando c’è il mal di testa”.