Caso Febbo, l’avvocato: “Nessun reato, soldi riconducibili all’attività professionale”

Non tardano ad arrivare le precisazioni dell’avvocato di Mauro Febbo, Massimo Cirulli, dopo che la finanza ha trovato mezzo milione di euro nella casa e nelle studio del capogruppo regionale di Forza Italia. Questa la nota diffusa dal legale: “Il contenuto è interamente riconducibile all’attività professionale del cliente, ragioniere tributarista attivo da oltre quarant’anni. Non si tratta, pertanto, di profitto del reato di corruzione o di altro illecito. D’altronde, il cliente era stato reso destinatario, nelle precedenti settimane, dell’avviso di proroga delle indagini preliminari, nel quale si ipotizzava la commissione del reato di corruzione. Se il contenuto della cassetta fosse stato di illecita provenienza, il cliente si sarebbe affrettato a prelevarlo, mentre a tanto non ha provveduto neppure a seguito dell’accesso eseguito dalla polizia giudiziaria, a riprova della sua buona fede”.
“Con istanza depositata il 6 maggio scorso”, continua il legale, “ho chiesto al P.M. di sottoporre ad interrogatorio l’indagato, che in quella sede potrà fornire convincente dimostrazione della lecita provenienza del denaro e dei valori rinvenuti nella cassetta di sicurezza”.
“Mauro Febbo riafferma, mio tramite”, conclude, “la sua totale estraneità ai fatti che gli vengono contestati: non soltanto non ha ricevuto dazioni corruttive o illecite da parte di nessuno, ma ha fermamente avversato, come risulta documentalmente provato, il progetto di finanza relativo alla costruzione e gestione del nuovo polo oncologico presso l’ospedale di Chieti. Confida, pertanto, nella sollecita archiviazione del procedimento penale”.