Area crisi complessa del Piceno, stanziati 1,5 milioni

La Regione Marche ha emesso un nuovo avviso per la creazione d’impresa dedicato alla nascita di nuove imprese e cittadini dell’area di crisi complessa del Piceno e Val Vibrata. Il bando è finanziato con 1,5 milioni di Euro di fondi statali, comunitari e regionali nell’ambito della programmazione Por Fse 2014-2020 ed è accessibile a chi, oltre ad essere residente nell’area e maggiorenne, è senza lavoro (disoccupato o inattivo) ed iscritto al Centro per l’impiego. Le domande tramite portale Siform dell’ente potranno essere presentate dal 15 giugno. Ad essere finanziati con contributi a fondo perduto, risulta dall’avviso, saranno “esclusivamente le nuove imprese o i nuovi studi professionali, singoli o associati o liberi professionisti, che abbiano, al momento della liquidazione del contributo, la sede legale e operativa dell’impresa in uno dei Comuni presenti, costituiti dopo la pubblicazione del bando e dopo la presentazione della domanda di contributo da parte del richiedente. L’importo massimo finanziato è di 35mila Euro. “Questa giunta – commenta Guido Castelli, Assessore regionale con delega alle aree di crisi industriale complessa – vuole evitare gli errori del passato e non dimenticare più il sud della regione. Questo sostegno intende dare un forte aiuto per il rilancio del mercato del lavoro dell’intera area Piceno-Val Vibrata, per i suoi giovani e i disoccupati che si sentono tagliati fuori da questo mondo”. “Con questa ulteriore misura della nostra politica sull’occupazione – aggiunge Castelli – vogliamo incentivare la creazione di nuove imprese, premiando idee nascenti e progetti, ma soprattutto aiutando chi si trova ai margini del mercato del lavoro da troppo tempo, come i disoccupati di lunga durata e chi, vittima della crisi, è stato lasciato senza alcun sussidio dallo Stato. Il tutto senza ripetere gli errori del passato, dimenticando cioè aree della nostra Regione, rimaste troppo tempo senza l’attenzione necessaria. Come il Piceno, la più colpita, prima dalla crisi, quindi dal sisma del 2016 e, oggi, dalla Pandemia”