Astrazeneca, si valuta limite di non fattibilità sotto 30 o 40 anni

“Secondo me si valuteranno dei limiti di non fattibilità sotto i 30 o sotto i 40 anni, mentre una revisione non la farei sopra i 50 anni, perché il rapporto tra rischi e benefici è indubbiamente, anche con la circolazione attuale, a favore del beneficio”. Lo afferma il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri in riferimento all’utilizzo del vaccino anti-Covid di AstraZeneca. ” Faccio un esempio: se noi oggi avessimo una circolazione del virus di 20 casi ogni 10mila abitanti, quindi tornando indietro di circa un mese e mezzo rispetto a oggi – spiega Sileri – il rischio di finire in terapia intensiva o di decesso per una persona tra i 20 e i 29 anni sarebbe di 7 casi ogni 100mila abitanti. Oggi, con un’incidenza dieci volte inferiore il rischio beneficio è molto ridotto sotto i 30 anni. Secondo me si valuteranno dei limiti di non fattibilità sotto i 30 o sotto i 40 anni. Comunque le valutazioni le lascerei agli scienziati.” “Più che una posizione del governo – sottolinea inoltre – c’è una posizione della Direzione Prevenzione del ministero, preso atto del parere della Commissione Tecnico Scientifica di Aifa e del Consiglio superiore di sanità. Esiste un’indicazione che ha fatto l’ente regolatore e noi ci atteniamo a quelle che sono le sue raccomandazioni. Il vaccino di AstraZeneca è stato raccomandato sopra i 60 anni, ma non significa che sia vietato sotto i 60. La raccomandazione non significa un uso esclusivo, ma dobbiamo fare particolare attenzione”. Inoltre, “dobbiamo considerare che la vaccinazione adesso è aperta a tutti, quindi si tratterà di modulare la disponibilità dei vaccini per quanto riguarda AstraZeneca e Johnson & Johnson, che vengono fatti dai medici di base e farmacie, verso coloro – conclude Sileri – che sono nella fascia di età più sicura comparandola ovviamente alla circolazione attuale del virus”