Morte Sophia Marcozzi, le motivazioni della Cassazione: “Grave omissione diagnostica, ritardi e imperizie”

Ritardi nella formulazione della diagnosi che per la piccola Sophia sono stati fatali e che comunque non hanno dato alla bimba la concreta opportunità di essere salvata, considerato che la piccina era stata sottoposta alla nascita ad intervento chirurgico per atresia intestinale. Si legge sostanzialmente questo nelle motivazioni della sentenza emessa dalla Corte di Cassazione che ha annullato il verdetto della Corte d’Appello di Ancona del 16/12/2019.

Il verdetto di secondo grado aveva assolto due medici dell’ospedale Mazzoni di Ascoli Piceno accusati di omicidio colposo in relazione al decesso della piccola Sophia Marcozzi avvenuto il 30 giugno 2012 per “arresto cardiaco a seguito di shock ipovolemico causato da ischemia intestinale”. I due sanitari erano stati ritenuti non colpevoli anche in primo grado dal Tribunale di Ascoli.

Gli Ermellini ripercorrendo la vicenda scrivono: “la bimba ricoverata per gravi dolori addominali in pediatria ove, nonostante si fosse a conoscenza del pregresso intervento chirurgico per atresia intestinale a cui era stata sottoposta alla nascita, per grave omissione diagnostica i medici non si rappresentavano che i sintomi presentati potessero essere indicativi di volvolo intestinale”.

La Cassazione sulla sentenza assolutoria di secondo grado scrive: “il Collegio si pone in termini di contraddittorietà logica con gli esiti dell’attività istruttoria. Secondo i periti, si legge nell’impugnata sentenza, l’omessa prescrizione con urgenza della radiografia addominale costituisce «errore in fase diagnostica che ha implicato ritardo nell’esecuzione possibilmente correlato ad un ritardo di diagnosi”

La Suprema Corte ha disposto la trasmissione degli atti per un nuovo giudizio al giudice civile competente. La famiglia tramite l’avvocato Maccioni ha 90 giorni di tempo per adire la Corte di Appello civile.
Parallelamente entro il mese di febbraio la sentenza civile della Corte di Appello di Ancona in merito al ricorso presentato dall’avvocato Stefano maccioni per conto della famiglia della piccola contro l’Asur Marche.

La piccola Sophia Marcozzi, figlia di una coppia di ascolani residenti a Sant’Egidio alla Vibrata (Teramo), quella notte venne portata prima dalla guardia medica del posto per forti dolori addominali, per poi essere trasportata, dai genitori, al Mazzoni di Ascoli.
Durante la mattinata le sue condizioni peggiorarono e la bimba morì proprio mentre stava per essere trasferita in elicottero all’ospedale materno infantile Salesi di Ancona.