Sisma L’Aquila, sindaco Biondi: “Nostra memoria sia insegnamento di pace”

L’AQUILA – “Il nostro Fiore della Memoria possa toccare il cuore dei potenti del modo, diventando anche un simbolo di pace e progresso”. È l’auspicio espresso nella notte dal sindaco dell’Aquila, Pierluigi Biondi, durante la messa in omaggio alle 309 vittime del terremoto dell’Aquila. Sulle giacche dei presenti, il simbolo scelto quest’anno, con riferimento al fiore di zafferano, per rappresentare dolore e speranza, “nel ricordo delle vite spezzate, di tutte le vittime dei disastri italiani e, oggi, anche dei morti per la pandemia e dei troppi innocenti caduti in Ucraina”.

“Da quella notte di tredici anni fa – ha detto – ci sentiamo parte di qualcosa di più grande, nel ricordo di una tragedia che ci ha privati di troppe vite, ma che ci ha consegnato la responsabilità dei loro sogni. E adesso, dopo due anni, ci siamo ritrovati insieme, con le fiaccole tra le mani, di nuovo stretti in un abbraccio corale che racchiude la speranza di una comunità che non sa cosa significa arrendersi”. Per il primo cittadino “la sensazione più terribile per l’umanità è quella di aver perso la speranza. E questa sensazione – ha sottolineato – la conosciamo bene noi aquilani, per averla provata nelle ore immediatamente successive al terremoto. Pensiamo ora a quei secondi che, non per la natura che scuote la terra, ma per la volontà di alcuni uomini, si ripetono e ancora si ripetono, giorno dopo giorno, nel cuore dell’Europa, teatro di una ingiustificabile guerra di aggressione. Pensiamo a Bucha, cittadina alle porte di Kiev, terra violata e oltraggiata, dove sono stati perpetrati veri e propri crimini di guerra”.

“E, poi, pensiamo al nostro braciere – ha proseguito – che è stato acceso nel Parco della Memoria dagli atleti della nazionale di ciclismo dell’Ucraina. È stata una sorta di passaggio del testimone, per dire che il loro dolore è il nostro e che li esortiamo a tenere viva la speranza, nonostante l’orrore della guerra, la disperazione e la comunità dispersa che, ne siamo convinti, si ritroverà più unita e forte di prima. Tenere viva la speranza, anche per la piccola Zlata, la prima ucraina, nata nei giorni scorsi all’Aquila”.