Operazione ‘Easy Game’, Abuso d’ufficio a Picciano e Pescosansonesco: denunciati 5 responsabili

eni per sei milioni di euro sono stati confiscati da militari della guardia di finanza del comando provinciale di Catania a Nunzio Fabio Tenerelli accusato di essere specializzato in rapine a cinesi, commesse anche fuori dalla Sicilia. La sua posizione è stata confermata da intercettazioni a esponenti del clan Mazzei nell'ambito un altro procedimento penale. L'uomo è stato condannato con sentenze passate in giudicato per delitti contro il patrimonio. Il provvedimento di confisca è stato emesso dalla Corte d'appello di Catania e reso definito dalla Cassazione che ha giudicato inammissibile il ricorso presentato da Tenerelli, 7 Agosto 2021. ANSA/US/GDF

PESCARA – Affidamenti diretti senza procedure comparative, liquidazioni con abuso di risorse finanziarie destinate all’ammodernamento tecnologico e autopagamenti. È questo il quadro emerso dall’inchiesta condotta dalle Fiamme Gialle di Popoli nei comuni Picciano e Pescosansonesco, nell’ambito dell’operazione “Easy Game”, per cui sono stati denunciati per abuso d’ufficio 5 responsabili dei servizi tecnici e finanziari, segnalati anche alla Procura Regionale della Corte dei Conti per aver cagionato un danno erariale di 28 mila euro.

Le indagini hanno portato a galla le irregolarità degli appalti pubblici banditi dai due enti locali della provincia di Pescara per rimediare alle recenti emergenze climatiche e ambientali che hanno colpito il territorio, dal sisma dell’agosto 2016 al maltempo del gennaio 2017. Il dossier delle amministrazioni comunali di Picciano e Pescosansonesco riporta, infatti, una fitta documentazione riguardante lavori di messa in sicurezza di edifici storici, centri abitati, strade, scuole e santuari. Opere di interesse collettivo, per la realizzazione delle quali sono arrivati alle casse locali contributi straordinari, con annesso stanziamento di appositi fondi di risorse finanziarie da destinare, a titolo di incentivo, ai dipendenti pubblici per lo svolgimento di funzioni tecniche rese in relazione all’appalto, come le attività di programmazione della spesa, la valutazione preventiva dei progetti, il controllo e la direzione dei lavori. Una cassa che si è trasformata, in poco tempo, in un tesoretto di quasi 56 mila euro da ripartire, sulla base di un regolamento adottato dai comuni secondo i rispettivi ordinamenti, tra i responsabili delle funzioni tecniche e finanziarie e i loro collaboratori.

Ed è da qui che sembra sia partita una catena di montaggio che ha portato all’abuso di metà del fondo, 28 mila euro di incentivi che sanno di tangenti, si legge nella nota della finanza, perché indebitamente liquidati per i motivi più disparati: affidamenti diretti senza procedure comparative, assenza di copertura finanziaria, compimento di attività non incentivabili e non specialistiche, come generici studi di fattibilità, ovvero, sviamento del 20% delle somme destinate all’innovazione tecnologica, o ancora, mancato pagamento delle quote previste per l’Irap, la Cassa Pensioni Dipendenti Enti locali e l’Inail.