Chieti adotta i virtuosi di Kiev, giovedì l’esibizione dei musicisti al Marrucino

Chieti – Sfuggiti alla Guerra, grazie alla musica e all’azione di solidarietà messa in campo dal Comune di Chieti e dal teatro Marrucino. La città ha adottato 20 musicisti dell’Orchestra dei Virtuosi di Kiev, a seguito di una delicata operazione diplomatica compiuta con il supporto di tutte le istituzioni locali, affinché il gruppo potesse arrivare dall’Ucraina e proseguire a Chieti, sul territorio abruzzese e in Italia il proprio percorso artistico.

Al Foyer del Marrucino, mentre il gruppo provava, il sindaco Diego Ferrara ha accolto il Maestro Dmitry Yablonsky, Direttore dell’orchestra, con il vicesindaco Paolo De Cesare, il presidente della Deputazione Teatrale Giustino Angeloni, il Direttore artistico del Teatro, Giuliano Mazzoccante, in presenza del Prefetto Armando Forgione e del Questore Francesco Di Cicco, degli assessori Teresa Giammarino e Manuel Pantalone e dei consiglieri Alberta Giannini, Barbara Di Roberto, Valerio Giannini.  
 
“Sono onorato di dare il benvenuto della Città e dell’Amministrazione all’orchestra dei Virtuosi di Kiev”, ha esordito il sindaco Diego Ferrara. “Un onore e anche una grande emozione, perché li abbiamo voluti qui, sottraendoli dalla guerra che hanno in patria, per consentire loro di continuare a suonare. Come Comune, non so se ce ne sono altri in Italia che sono riusciti in un intento simile al nostro, in questi mesi abbiamo interloquito con le autorità ucraine, affinché questa speciale “adozione” si potesse fare, lavorando insieme alle autorità locali, affinché si potesse arrivare ad accoglierle i musicisti con le loro famiglie. Oggi sono qui, abbiamo messo a disposizione il Teatro Marrucino, che aggiunge alla sua storia e al suo pregio, quello di fare da residenza artistica a talenti che oggi sono qui da noi, lasciandosi alle spalle il loro Paese in guerra, che attraverso la musica rappresenteranno nel nostro Paese. Crediamo fortemente nella pace, il nostro non è però un atto politico, bensì un gesto di solidarietà e un investimento nel potere della cultura, dell’arte, perché questi sono valori che abbiamo nel nostro Dna, che ci appartengono”.