Capossela al Palariviera omaggia la città: “Sammenedette, bille mì”

Lo ha chiamato scherzosamente “Palasauna”confessando di odiare l’estate quando la temperatura del concerto è cominciata a salire. Abito nero, camicia bianca ed uno dei suoi immancabili cappelli, Vinicio Capossela e la sua band hanno ipnotizzato il pubblico del Palariviera nella serata di sabato portando sul palco più grandi successi dell’artista nato ad Hannover ma cresciuto in Emilia Romagna.
Proprio in apertura del brano “Morna” Capossela, parlando del mare e della risacca tra la nostalgia di chi aspetta un ritorno e chi attende di partire, ha cantato “Nuttate de lune”.
Poi al piano con maglietta a righe e cappello da marinaio Capossela ha eseguito “Che cos’è l’amor”
Ovazione da parte del pubblico che ha accompagnato l’artista al piano battendo le mani e cantando.
Capossela ha infine salutato ancora una volta il pubblico citando il sonetto sambenedettese della la poetessa Bice Piacentini “Sammenedette, care bille mì”