Affitti in chiaro, piano di controlli su privati e turisti

ANCONA – Il Comando provinciale delle Fiamme Gialle ha avviato un vasto piano di controlli, uno dei più estesi al momento in ambito nazionale, nelle maggiori località della provincia di Ancona, denominato operazione “affitti in chiaro”, a tutela del rispetto delle regole di libera concorrenza e fiscali nel settore ricettivo.

I finanzieri hanno pianificato l’esecuzione di oltre 200 controlli che consistono nell’acquisizione di dati e notizie utili, sia attraverso appositi questionari che in forma diretta, da parte dei turisti italiani e stranieri. La disciplina regionale di riferimento prevede per i proprietari degli appartamenti e delle ville, la presentazione di una apposita comunicazione d’inizio attività al Comune di riferimento. In secondo luogo, i titolari degli immobili devono iscriversi al “Registro regionale delle strutture extra alberghiere”, mediante la piattaforma informatica denominata “Istrice ross1000”, che assegna ad ogni operatore un univoco “Codice di Identificazione Regionale”.

Gli stessi proprietari hanno l’onere di comunicare, ai fini statistici e in via telematica, gli arrivi degli ospiti e le giornate di presenza, entro i primi cinque giorni del mese successivo a quello di permanenza.
Nel 2021, con riferimento alla sola provincia di Ancona, risultano avere effettuato la prevista registrazione 1.711 strutture, fra appartamenti privati e bed and breakfast non imprenditoriali.
Per la mancata presentazione della comunicazione al proprio Comune, sono previste tre distinte sanzioni amministrative, per una somma che va da 250 a 500 euro.

Inoltre, chi affitta il proprio immobile, deve procedere a effettuare la comunicazione alla competente Questura, tramite un apposito applicativo denominato “alloggiatiweb”, delle generalità delle persone ospitate, entro le 24 ore dall’arrivo.

Sinora i finanzieri hanno rilevato diverse irregolarità a carico di alcuni proprietari degli immobili controllati, come la mancata trasmissione delle generalità degli alloggiati alla Questura o la mancata effettuazione della prevista comunicazione di inizio attività al Comune di riferimento. In due casi, inoltre, i proprietari di alcuni appartamenti vista mare a Senigallia, che erano stati affittati a diverse migliaia di euro al mese, avevano inserito in dichiarazione solo la metà dei redditi di locazione conseguiti nelle scorse stagioni, mentre in un’altra circostanza il titolare di un bed and breakfast non imprenditoriale aveva inserito in dichiarazione circa novemila euro di costi non spettanti.