Una panchina rossa per Gioia, scomparsa nel 2017

Fallo – una panchina rossa per Giovina Mariano, detta Gioia, scomparsa a marzo del 2017, è stata posizionata a Fallo (Chieti), paese di origine della donna.

Ieri (sabato 13 agosto) l’inaugurazione.


Un’iniziativa fortemente voluta dall’Associazione Penelope Abruzzo, che ha coordinato, assieme all’Amministrazione comunale di Fallo, l’installazione della panchina, “per non dimenticare, per non dimenticarla, per non far calare il sipario su una vicenda così dolorosa”.
La Procura di Pescara, si ricorda, ha aperto un fascicolo per omicidio. Inizialmente si è parlato di allontanamento volontario da parte della donna, ma i cugini della donna hanno chiesto, tramite l’Associazione Penelope, di riaprire le indagini. La donna viveva nella sua casa di Moscufo (Pescara) quando è scomparsa nel nulla e per un periodo di tempo ha convissuto assieme al nipote Alessio, figlio del fratello Domenico.
Nessuno l’ha più vista, ne’ sentita.
I cugini attendono verità e giustizia.

L’associazione Penelope Abruzzo e in particolare Alessia Natali ringrazia “il sindaco Gianluca Castracane, il vicesindaco Rossana Mantelli, le amiche d’infanzia di Gioia, le ex colleghe del comune di Pescara e tutta la comunità fallese che ha partecipato numerosa nonostante il tentativo di Vilma maiocco, (mamma del nipote Alessio), ad invitarli a non partecipare”.

Il comune di Fallo precisa: “l’installazione della panchina rossa intende rappresentare memoria, in uno spazio fisico quotidianamente abitato dalla nostra vita di comunità, attraverso un simbolo, quello della seduta, in grado di evocare una riflessione, un pensiero, un ricordo di impegno costante contro la Violenza sulle Donne. La stessa invita tutta la comunità al ricordo, alla speranza e al rispetto di tutte le persone, le famiglie e i cittadini tragicamente coinvolti in
questi episodi; l’installazione di una panchina rossa invita, chi dovesse passarvi accanto, a fermarsi, a riflettere e a non dimenticare, essa rappresenta un semaforo rosso davanti al quale tutti noi dobbiamo fermarci per meditare”.