Samb a Prosperi: serve un Sergente di Ferro per un “gruppo” che deve ritrovarsi

di Pier Paolo Flammini

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Accortezze tecnico-tattiche, nomi, moduli. Avrà tanto da lavorare mister Fabio Prosperi, sostituto di Sante Alfonsi sulla panchina della Samb.

In attesa della conferenza stampa di presentazione del nuovo allenatore, non ancora annunciata, vale la pena di fare il punto però su un aspetto centrale per il raggiungimento degli obiettivi annunciati ad inizio stagione. Aspetto sempre fondamentale in qualsiasi squadra.

Parliamo del famoso concetto di “gruppo“. Spesso adoperato retoricamente, citato ad ogni buon proposito come panacea di tutti i problemi. Non valutabile, impalpabile, una specie di spirito aureo che aleggia sulle spalle di calciatori e staff tecnico: nessuno lo vede, ma si sente.

Stavolta però abbiamo qualche indizio, sentiamo anche noi la necessità che – e andiamo di retorica, perché ne abbiamo contezza – alla guida della Samb debba esserci un Sergente di Ferro. Ce ne furono, alla guida del club (Sonetti lo fu per antonomasia), ma adesso servono di nuovo.

In alcune situazioni l’allenatore può essere un amico dei calciatori, e ottenere risultati grazie ai suoi modi cordiali. In altre, può essere un mero osservatore distante. Stavolta crediamo che alla Samb servano concretezza, regole ferree, controllo, parole chiare e amicizie lunghe.

Se ci sono delle frizioni tra i calciatori, se nel passato più o meno recente ci sono stati mancati accordi, questo è il momento di mettere tutto dietro alle spalle. Per farlo, serve però un allenatore che sappia imporre il reset e stabilire un nuovo avvio con nuove certezze.

Solo dopo questo passaggio, sarà bene parlare di moduli, tattiche, uomini in campo. Con la speranza che i risultati ridano ai colori rossoblù: tempo per recuperare non manca.

Prosperi, nato a Pescara nel 1979, conosce la passionalità dell’ambiente rossoblù (per tanti versi simile proprio a quello abruzzese); ha giocato, da capitano, nel Taranto, dove è amatissimo dai tifosi di quella città che forse più di altre condivide con San Benedetto amore e dolori per una maglia dagli stessi colori rossoblù. Insomma: come allenatore è ancora giovane e potrà dimostrare quello che vale, a livello caratteriale, quello che sottolineamo in questo articolo, crediamo che sia forgiato al meglio. Adesso tocca a lui.