Insulti razzisti a calciatrice 15enne, Lega Pro: “vergogna” e Ghirelli la invita al Del Conero

ANCONA – Insulti razzisti a una calciatrice 15enne della Ancona Respect fuori dal campo dell’Alma Juventus Fano, dove si stava disputando un match di ragazze under 17.

A rivolgerli, riferiscono i media locali, sarebbe stato il padre di una delle giocatrici della squadra, domenica pomeriggio. Dura la reazione della Lega Pro.

“Il razzismo è un virus che muta facilmente e invece di sparire si nasconde, ma è sempre in agguato. Le espressioni di razzismo rinnovano in noi la vergogna dimostrando che i progressi della società non sono assicurati una volta per sempre” – si legge in una nota che ricorda le parole di Papa Francesco. In questo modo la Lega Pro “vuole esprimere la ferma condanna a quanto è successo alcuni giorni fa ad una giovane calciatrice dell’Ancona Respect dicendo fermamente NO al razzismo e a tutte le forme di discriminazione”.

Alla giovane della squadra femminile Ancona Respect giunga la solidarietà di tutta la Lega Pro. La aspettiamo sul campo e sugli spalti dello stadio di Ancona, pronti a premiarla in nome del calcio vero fatto solo di gioia, amicizia e rispetto” dice il presidente Francesco Ghirelli.

Tra l’altro ci sono stati altri episodi di insulti razzisti nei confronti della calciatrice 15enne insultata durante una partita tra under 17 a Fano domenica scorsa. A dirlo all’ANSA è Silvana Pazzagli, la presidente della società Ancona Respect, in cui milita la giovanissima. Che domenica pomeriggio non stava giocando, ma aveva comunque raggiunto la squadra e aveva commentato un rigore, dicendo che secondo lei non c’era. È stato a quel punto che un genitore di una giocatrice della squadra avversaria, Alma Juventus Fano, l’avrebbe insultata in malo modo. Un gesto subito condannato da altri genitori presenti all’incontro.

“Lei non intende denunciare il fatto alle forze dell’ordine – spiega Pazzagli -, è sufficiente quanto già fatto da noi, lo abbiamo detto pubblicamente attraverso i social per far sapere quanto accaduto. Le denunce penali non servono, chi di dovere può intervenire anche così perché i fatti sono noti e sono stati raccontati. Ci auguriamo che si prendano provvedimenti – sottolinea -. Davanti a genitori maleducati noi, in passato, sempre a Fano, abbiamo già provveduto a non farli più partecipare alle partite”.

Secondo Pazzagli, nei quattro anni di presenza della ragazzina, nata in Italia, ci sarebbero stati tre episodi di insulti razzisti. “Tre settimane fa è successo durante una amichevole ad Ascoli – racconta – le hanno detto che doveva tornarsene nel suo Paese”.