Processo per l’omicidio di Rosina Carsetti, richiesto l’ergastolo per i tre imputati

Macerata – Il Presidente della Corte d’Assise di Macerata ha aperto la seduta odierna del processo per l’omicidio di Rosina Carsetti dichiarando chiusa la fase istruttoria e passando la parola al Pubblico Ministero, Vincenzo Carusi per la ricognizione da parte dell’accusa, alla fine della quale è arrivata la richiesta di pena per i tre imputati, Enea Simonetti, Arianna Orazi ed Enrico Orazi, rispettivamente nipote, figlia e marito della vittima. Tre ergastoli con l’unica differenza per quanto riguarda l’ isolamento diurno, 18 mesi per Arianna, ritenuta la mente di tutto l’impianto criminale, 10 mesi per Enea, l’esecutore materiale dell’omicidio e 6 mesi per Enrico, più defilato, ma per nulla estraneo all’omicidio, maggiore responsabile di quei maltrattamenti che sarebbero il movente del delitto e per i quali Rosina si era rivolta al Centro Antiviolenza di Macerata dove aveva appuntamento il 28 dicembre 2020, a cui non è mai arrivata. Il delitto della Vigilia di Natale del 2020, che ha sconvolto e sconcertato l’Italia intera per la crudeltà consumata attraverso le mura domestiche, tra gli affetto più cari, ha visto 15 udienze davanti alla Corte d’Assise che il 15 dicembre dovrebbe pronunciarsi sulla sentenza. L’avvocato di Enea Simonetti, Valentina Romagnoli, si è detta affatto sorpresa per le richieste del Pm, secondo la difesa, in linea e coerenti con l’impianto accusatorio messo su fin dal primo momento. Si è detta tuttavia fiduciosa sul giudizio della Corte che dispone di numerosissimi elementi da rivagliare e considerare prima di emettere un verdetto. In particolare, la Romagnoli ha richiesto l’acquisizione dei filmati delle immagini del supermercato Coal in cui Enea ha fatto la spesa nel pomeriggio di quel 24 dicembre, mostrate nella trasmissione “Quarto Grado” e negate ai legali di parte su richiesta del 27 gennaio 2021. Ci sarebbero da chiarire anche altri aspetti in materia medico legale in cui i tre periti, Scendoni che ha eseguito l’esame autoptico e i due periti di parte Tombesi e Pistolesi non si trovano d’accordo e la notizia di reato del 25 dicembre 2020, l’indomani del delitto, in base alla quale dipenderebbe la validità o meno della versione modificata, rispetto alla prima, che Enea Simonetti forni’ ai Carabinieri alle 5.15 del mattino del giorno di Natale. Il Pm ha ritenuto di chiedere invece l’assoluzione dei tre imputati per il reato di rapina dei soldi, per il furto dei guanti avvenuto nella caserma dei carabinieri e per l’estorsione legata alle quote della casa che la vittima avrebbe ceduto al nipote Enea nell’agosto 2020 in cambio dell’uso di autovettura per potersi spostare autonomamente.