Pesaro – Fermato in Romania il presunto killer di Panzieri

PESARO – E’ stato fermato in Romania il trentenne pesarese ricercato da ieri mattina per l’omicidio di Pierpaolo Panzieri.

Si chiama Michael Alessandrini, pare che da tempo sia alle prese con problemi psicologici, di ludopatia e in alcune circostanze anche incline alla violenza. Il 30enne, che a quanto risulta conosceva tempo la vittima, è fuggito lunedì sera con una vecchia auto di famiglia e in tasca qualche centinaio di euro presi dalla nonna. Ha passato il confine a Trieste per poi raggiungere i Paesi dell’Est Europa.

La Squadra Mobile di Pesaro e la Procura della Repubblica hanno lavorato incessantemente tutta la notte per riuscire a bloccare l’omicida, che oggi è stato fermato dalla polizia romena durante un controllo stradale. Nella fuga, il 30enne non si sarebbe nemmeno cambiato i vestiti sporchi di sangue.

E avrebbe portato via con sè il telefonino dell’amico, del quale non c’è più traccia, oltre al coltello utilizzato per commettere l’omicidio. Pierpaolo Panzieri lunedì sera ha aperto la porta di casa al suo assassino. Hanno cenato e bevuto insieme, poi è stato ucciso con 13 coltellate.

Coltello, probabilmente preso dalla cucina della vittima, che i vigili del fuoco e la polizia hanno cercato per ore senza esito sui tetti delle abitazioni, nei tombini e nei cestini vicino alla casa di via Gavelli in centro storico a Pesaro, dove Pierpaolo si era trasferito appena due settimane fa. Il corpo senza vita di Panzieri è stato trovato ieri mattina intorno alle 9 nell’appartamento di via Gavelli, dal fratello Gianmarco, dopo che il giovane non si era presentato al lavoro nella ditta di famiglia “Taglio-cemento”.

Quando è arrivato il 118, non c’era più niente da fare.

Il corpo era riverso sul pavimento del bagno in mezzo al sangue.

Il decesso potrebbe risalire alla mezzanotte di lunedì o anche alle ore precedenti. Panzieri è stato colpito con almeno 13 coltellate, inferte soprattutto alla schiena, una vicino al mento e un’altra al collo sotto l’orecchio, che gli ha tranciato la carotide. Il colpo che probabilmente gli è costato la vita. Pierpaolo, prima di essere ucciso, ha cercato di difendersi e reagire come dimostrano i segni ritrovati su dita e mani. Per tutta la giornata di ieri gli uomini della Scientifica, arrivati sul posto insieme alla Squadra Mobile e al pm Silvia Cecchi, hanno analizzato la scena del crimine, risultata molto complessa. I due ragazzi durante la serata hanno cenato con un piatto di pasta al sugo, preparata da Pierpaolo dopo essere rientrato a casa dal calcetto settimanale. Poi hanno fumato sigarette. Hanno anche bevuto birra ma gli ultimi bicchieri sono rimasti intonsi. Poi sarebbe scoppiato un litigio, fino alla morte del 27enne. I vicini di casa non hanno avvertito alcun rumore. Pierpaolo era incensurato, un grande lavoratore, con tanti amici e benvoluto da tutti.

La sua grande passione era la musica, tanto da suonare più strumenti dalla tromba alla chitarra fino alla pianola. La salma del ragazzo è stata rimossa dall’appartamento di via Gavelli ieri sera dopo le 20, una volta compiuti tutti gli accertamenti.