Il cimitero di Novilara, nelle colline di Pesaro, sta cadendo a pezzi. La denuncia arriva dagli abitanti del quartiere, molti dei quali sono fruitori del cimitero, che dopo il crollo del muro di cinta nel 2016 per il terremoto, presenta loculi scoperchiati, bare in legno all’aperto, cornicioni pericolanti, crepe e fessure ovunque. Situazione peggiorata dopo il terremoto di novembre. Di recente le parti esposte agli agenti atmosferici sono state coperte con un’asse, ma è più che altro una soluzione “tampone”. Tutto questo comporta non solo un disagio, ma anche un effettivo pericolo per i parenti dei sepolti, in particolare le persone anziane. La parte più a rischio crolli è stata transennata, ma l’accesso è ancora libero senza nessun intervento per la messa in sicurezza. C’è solo un volantino appeso ai ruderi: “Zona interdetta causa caduta cornicioni, vietato attraversare l’area recintata”. Dopo la risposta in consiglio comunale dell’assessore al Fare Riccardo Pozzi, il quale ha prospettato due ipotesi di intervento con una spesa che va da 25 a 200 mila euro, ha risposto Daniele Malandrino, consigliere comunale, residente di Novilara e fruitore del cimitero: “Dopo l’ultimo terremoto, almeno 30 sono bare esposte all’aperto, è una vergogna. La mia prima interrogazione è del 2021, due anni fa, con la quale chiedevo di ripristinare il muro ed un intervento generale sul cimitero di Novilara. Il crollo di parte del muro di cinta ha lasciato i loculi esposti alle intemperie e agli animali che lì vanno a fare nidi e tane. Una cosa veramente vergognosa. Io avevo chiesto un intervento parziale per cercare di chiudere in qualche modo questi loculi proteggendoli dagli agenti esterni. L’intervento generale sul cimitero andava fatto, come mi fu risposto nell’occasione, con gli interventi previsti per i cimiteri nel 2022. Ma è stata messa solo una transenna. Nel frattempo, mentre prima erano poche le bare esposte all’aria, adesso, dopo il recente terremoto, ci sono almeno una trentina di loculi con le bare esposte. A prescindere dai costi, per una città è vergognoso avere una situazione del genere. Chi all’epoca acquistò quei loculi, stipulò un contratto con il Comune, che deve provvedere alla straordinaria manutenzione”.