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ANCONA - Ancora sold out per la seconda serata del festival della filosofia pop.
È stato un viaggio attraverso le nebbie del sogno, tra immaginazione e realtà, quello che ha segnato la seconda serata di Popsophia 2025, sabato 10 maggio, al Teatro delle Muse di Ancona.
Un tutto esaurito che ha accolto uno spettacolo elegante, intenso, intimo, dedicato all’universo onirico e ai suoi più visionari interpreti: Federico Fellini e David Lynch.
Attraverso un equilibrio sapiente tra leggerezza visionaria e profondità concettuale, la serata ha incrociato cinema, filosofia e musica, mettendo in scena l’opposizione feconda tra sogno e razionalità, tra la magia della visione e il peso della realtà. L’immaginazione come sintomo e come verità: “Non è reale, ma è vero, non è vero, ma è reale” – come ha introdotto la direttrice artistica Lucrezia Ercoli che assieme al filosofo Gennaro Carillo ha guidato il pubblico del Massimo Dorico in un’atmosfera onirica, fra i sogni di Federico Fellini e gli incubi di David Lynch con accostamenti anche al cinema di Luis Buñuel e Paolo Sorrentino: “Hanno in comune la fortuna rara di essere diventati un aggettivo – ha detto Gennaro Carillo - Anche chi ha una conoscenza minima di Fellini sa cosa è felliniano. È difficile spiegarlo, ma sappiamo che cos’è. E tutti hanno una peculiare idea della realtà. Usano il cinema come dispositivo per forare la realtà e guardare oltre e al di sotto di essa”.
La band Factory ha eseguito dal vivo le colonne sonore di Nino Rota per 8 e ½ e Amarcord, quella di Angelo Badalamenti per Twin Peaks e quell’ incipit a due note entrato nella storia del perturbante nel cinema e poi quella del film “Parthenope”. E poi un omaggio in voce e in coreografia della cantante della Factory Ludovica Gasparri ai clown di Fellini. Ad accompagnare lo spettacolo le coreografie di Letizia Francioni della compagnia Ead Company concept.
Nel pomeriggio invece si è parlato di tecnologia con Vincenzo Valentino Susca e la sua “Tecnomagia”, ovvero del ritorno alla dimensione totemica degli oggetti tecnologici di oggi che usiamo ogni giorno, dal cellulare ai social, ma che al contempo vampirizzano il nostro tempo. Susca teorizza la fine di un umanesimo che ha al centro l’uomo che ha perso l’autonomia conquistata con l’illuminismo per un ritorno alla dipendenza da riti e totem. A dare un ulteriore impulso alla riflessione anche Davide Sisto che ha presentato LilMiquela e Francesca Giubelli, virtual influencer, ovvero figure che esistono solo sui social, “robot” senza neanche un corpo fisico di acciaio, ma che non per questo sono meno reali.