Condividi:
ANCONA - I poliziotti della Squadra Mobile di Ancona, coordinati dalla Procura della Repubblica presso il Tribunale di Ancona, hanno dato esecuzione all’ordinanza di aggravamento della misura cautelare già in atto, del divieto di avvicinamento e di comunicazione con ogni mezzo, aggravata dall’obbligo di dimora, sostituendola con la misura più afflittiva della custodia cautelare in carcere disposta dal Giudice presso il Tribunale di Ancona a seguito della reiterate condotte persecutorie poste in essere da un uomo di 48 anni residente ad Ascoli Piceno, nei confronti di una donna di 40anni.
I comportamenti persecutori contestati all’indagato, risalirebbero a partire dall’anno 2024 e, già nel mese di febbraio, erano stati determinanti per l’applicazione della misura cautelare disposta dallo stesso giudice del Tribunale di Ancona del divieto di avvicinamento alla parte offesa e di comunicazione con ogni mezzo, con applicazione del braccialetto elettronico.
Durante la prima fase investigativa che aveva portato all’emissione del divieto di avvicinamento, era emerso che l’indagato, dopo la rottura della relazione affettiva avuta con la sua ex compagna di Ancona, evidentemente non rassegnandosi alla nuova situazione, avrebbe mantenuto un comportamento gravemente vessatorio nei confronti di questa, molestandola con continui e ossessivi tentativi di contattarla, inviandole messaggi indesiderati, insultandola, minacciandola, seguendola e pedinandola nei suoi spostamenti, giungendo anche a danneggiarle l’autovettura.
In conseguenza delle condotte subite, la vittima, oltre ad essere stata indotta a mutare le proprie abitudini di vita, avrebbe maturato un grave stato d’ansia ed un fondato timore per la propria incolumità.
L’indagato, inoltre, avrebbe a proprio carico precedenti specifici ed un provvedimento di ammonimento emesso nei suoi confronti dal questore di Ascoli Piceno nel 2019, per un’analoga vicenda. Il perdurare fino all’attualità delle condotte persecutorie poste in essere dall’uomo, avevano indotto l’autorità giudiziaria ad emettere i primi giorni dell’aprile scorso un primo aggravamento della misura cautelare, ancora in atto, ovvero l’obbligo di dimora nel comune di residenza.
Nonostante le prescrizioni imposte, l’uomo avrebbe mantenuto la propria condotta persecutoria, continuando a contattare la donna in numerose occasioni e con utenze diverse, anche attraverso terze persone, il tutto aggravando lo stato di ansia e di paura della vittima.
Gli agenti della Squadra Mobile dorica, collaborati dall’omologo ufficio investigativo di Ascoli Piceno, hanno raggiunto l’indagato nella propria abitazione di Ascoli Piceno e, dopo le formalità di rito, lo hanno tradotto presso il carcere di Marino del Tronto.