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ANCONA - Proprio come con le scatole cinesi, il mistero del ritrovamento di resti umani che potrebbero essere di Andreea Rabciuc, la 27enne scomparsa il 12 marzo 2022 dopo aver trascorso la notte in una roulotte con il fidanzato Simone Gresti e gli amici, nasconde numerose altre incognite e tante sono le domande a cui la procura di Ancona sta cercando di dare una risposta in queste ore. In primis si attendono gli esiti dell’esame del dna che metteranno il sigillo dell’ufficialità sul nome e sull’appartenenza dei poveri resti umani ritrovati nel casolare. Nei resti il medico legale non ha trovato segni di violenza. Per ora l’unico e solo indagato in questa triste vicenda resta Simone Gresti il fidanzato con cui quella sera la campionessa di tiro con l’arco ebbe un litigio. Una posizione quella del fidanzato che si è aggravata ulteriormente dopo il ritrovamento delle ossa e dei vestiti che indossava la povera ragazza il giorno della sua sparizione. Da domenica, infatti, è indagato anche per omicidio volontario, oltre che per sequestro di persona e spaccio. 

Intanto ci si domanda come sia stato possibile non notare un cadavere nel casolare di Castelplanio quando il 16 marzo 2022, cioè pochi giorni dopo la scomparsa della giovane, era stato svolto un sopralluogo. Le ipotesi sono diverse ma prende corpo anche quella che il cadavere non fu mai trovato perché non era possibile vederlo. Ossia che le ossa scomposte ritrovate siano riaffiorate in seguito ad un crollo e che quindi durante i primi sopralluoghi (quando ancora non era stato neppure aperto un fascicolo e di conseguenza non erano stati usati i cani molecolari) il cadavere non potesse essere visibile. Il locale era stato ispezionato a suo tempo ma il corpo non venne notato da nessuno. Questo perché, forse, in quella struttura ci sono numerose stanze buie e pericolanti divise da un lungo corridoio. Nella stanza sarebbero stata trovata anche una corda ma non è chiaro ancora se l’elemento sia collegato in qualche modo a questa vicenda. Un giallo questo che dura da quasi due anni e che ora, dopo il macabro ritrovamento, potrebbe subire una svolta.  Intanto ieri sera Gresti è stato intercettato a casa dai carabinieri di Jesi che hanno notificato il sequestro del cellulare. Un sequestro bis dal momento che il dispositivo mobile era finito nelle mani degli inquirenti già una prima volta. Il 44enne si è sempre professato innocente. 

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