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Cita Kant, racconta del suo dolore, della sua malattia in un monologo che resterà nella storia di Sanremo come un inno alla vita, al mutamento ed all’accettazione di sé. Di quel sé che, appunto, cambia e si trasforma ma che possiamo continuare ad amare. Anche quando i riccioli non sono più scuri come un tempo e il cappello, tolto a sorpresa, mostra una chioma grigia che dona al Maestro Giovanni Allevi. Il più grande compositore italiano resta l’orgoglio ascolano nel mondo. Simbolo di resilienza e di “forza della vita”. “Una delle pagine più belle di Sanremo” commenta il conduttore, visibilmente commosso, annunciando il tour di Allevi con “i tuoi nuovi bellissimi capelli”.
Dal palco dell’Ariston il Maestro suona il brano scritto durante la malattia. “Quel mieloma da cui - ha spiegato in conferenza - non si guarisce ma con il quale bisogna convivere”. In un silenzio irreale si è seduto al pianoforte e ha mosso le mani sulla tastiera. Per la prima volta, dinanzi ad un pubblico, dopo due anni.
Tutto l’Ariaton era in piedi al suo ingresso prima ancora che parlasse o si esibisse, raccontando del dolore fisico durante l’ultimo concerto. Ed era in piedi per salutarlo all’uscita. Dopo aver parlato delle sue paure e della sua rinascita. Allevi in back. Back to life.

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