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È rimasto in aula meno di un’ora Michael Alessandrini. All’ingresso e all’uscita ha rivolto ripetutamente il buongiorno ai presenti. Durante l’udienza è rimasto seduto muovendo le gambe nervosamente. E intervenendo in due occasioni per dire di non comprendere il motivo per il quale fosse lì. Fuori dal tribunale, familiari e amici della vittima, sempre presenti nelle udienze davanti al Gup e in questa occasione, con i loro cartelli che ritraggono l’amico nei momenti felici e spensierati. "Il processo è già stato fatto, ho ammesso le mie colpe", ha sostenuto Alessandrini, esternando poi la volontà di lasciare l’aula anche perché non più abituato, come ha motivato, a restare nei luoghi con troppe persone. Ma prima di abbandonare l’udienza, con il permesso accordato dal Giudice Lorena Mussoni, Alessandrini ha letto un passaggio della Bibbia Ecclesiaste 3,1 che inizia con la frase "per tutte le cose c’è un tempo fissato da Dio".

L’avvocato Carlo Taormina, che difende Alessandrini insieme al collega Salvatore Asole, ha sollevato le eccezioni legate alle aggravanti della premeditazione e crudeltà. Il legale ha riferito alla Corte che al momento della cattura di Alessandrini Romania, nel mandato di arresto europeo per l’estradizione in Italia, non erano contestate le aggravanti che oggi gli vengono imputate. "Si tratta di capire se queste aggravanti possono modificare il fatto avvenuto", ha aggiunto Taormina, invitando la Corte ad una riflessione. In un primo momento Michael aveva sostenuto di aver agito come giustiziere rispetto a presunti sfruttamenti sessuali su una ragazza fragile sul web da parte di Pierpaolo. Successivamente, davanti al Gup aveva parlato del movente passionale legato al presunto rifiuto di Pierpaolo rispetto ai suoi approcci.

Da qui, i suoi avvocati avevano avanzato una nuova richiesta di perizia psichiatrica, per integrare l’esistente. Il delitto passionale e d’impeto escluderebbe, a loro giudizio, l’aggravante della premeditazione. Aspetto, ribadito da Taormina in avvio del processo, che anche durante l’assise, non vieterebbe il giudizio abbreviato che comporta lo sconto di pena di un terzo, oltre alla diminuente della semi infermità.

E’ stato inoltre riferito dalla difesa che Alessandrini in Romania non aveva rinunciato al principio di specialità, che ricorre quando ad uno stesso fatto si applicano due norme diverse. Il pubblico ministero e gli avvocati di parte civile hanno respinto le eccezioni sollevate dalla difesa. La procura ha affermato che la cristallizzazione dei capi d’accusa avviene nel momento del rinvio a giudizio. Per le parte civili le aggravanti non hanno modificato il nucleo originario del reato contestato, oltre a sostenere il fatto che la contestazione delle aggravanti è irrilevante in sede d’estradizione.

Eccezioni rigettate dalla Corte. Il collegio di periti ha decretato la semi-infermità mentale di Alessandrini. Taormina ha richiesto una nuova perizia psichiatrica al fine di valutare la capacità processuale del suo assistito, sulla base di un peggioramento, come ha rilevato in aula, dello stato di salute mentale del 30enne da gennaio di quest’anno fino ad oggi. La Corte ha respinto anche questa eccezione rilevando, tra le motivazioni della decisione, che i periti hanno valutato positivamente la capacità di Alessandrini di essere sottoposto a giudizio).

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