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FOSSOMBRONE - Nel computer di Marchionni erano contenuti articoli di giornale e svariate ricerche relative a casi di omicidi e di persone che hanno confessato il crimine, giustificandosi per quei fatti.
E’ quanto emerge dalla perizia informatica depositata presso il tribunale di Urbino nel corso dell’incidente probatorio sul caso che riguarda l’omicidio di Marina Luzi. La 39enne di Fossombrone, mamma di una bambina di poco più di due anni che il 25 luglio 2023 è stata uccisa a sangue freddo sull’uscio di casa dal cognato Andrea Marchionni, 47 anni, falegname. Poco dopo l’uomo era andato a costituirsi alla stazione dei carabinieri di Fossombrone consegnando la Beretta regolarmente detenuta per attività sportive e limitandosi a rivelare di avere ucciso una donna. A novembre era stata presentata la perizia psichiatrica in base alla quale Marchionni, al momento dell’omicidio, che oggi si trova in una Rems, era incapace di intendere di volere. Ora si aggiunge un altro tassello con la relazione del perito informatico sui contenuti delle ricerche effettuate con il cellulare e i computer. Le ricerche sul computer relative agli omicidi e le reazioni degli assassini, rappresentano ino spunto che la parte civile non vuole lasciare cadere nel vuoto, ipotizzando una premeditazione dell’evento. Dalla perizia sono emerse anche le ricerche relative al Covid. L’omicida in una lettera motivò il gesto perché, in un suo delirio, scrisse che la massoneria era coinvolta nella vicenda Covid e il vaccino conteneva sostanze dannose per la salute. Inoltre, riportò nella missiva che Marina Luzi insieme ad altre persone avevano operato per contagiarlo e procurargli danni fisici con questi dispositivi, ritenuti da Marchionni armi biologiche. Nella perizia psichiatrica Marchionni viene ritenuto affetto da «schizofrenia paranoide» e da «psicosi delirante». Una patologia che sarebbe insorta dai tempi del covid, con effetti «deliranti e allucinatori». Il perito ne ha confermato la pericolosità sociale, un soggetto potenzialmente in grado di ripetere quando accaduto. Ma al tempo stesso lo ha giudicato in grado di partecipare al processo. Ora toccherà al pm Silvia Catani esercitare l’azione penale e chiedere comunque il rinvio a giudizio. Il caso finirà comunque davanti al giudice per l’udienza preliminare che, nonostante la totale infermità mentale, dovrà comunque rinviare a giudizio Marchionni. In questa fase toccherà alla difesa chiedere il dibattimento davanti all’assise o più presumibilmente il rito abbreviato. E le parti civili potrebbero chiedere un’integrazione di perizia alla luce di questi nuovi elementi. Il giudice o l’assise, se non ci dovessero essere colpi di scena, dovrà pronunciare una sentenza di assoluzione perché l’imputato è totalmente incapace di intendere e di volere. Ma la misura di sicurezza nella Rems, ora provvisoria, diventerà definitiva, a garanzia della sicurezza sociale.


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