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GROTTAZZOLINA - Trenta sacerdoti, che sono entrati in fila in chiesa e si sono sistemati nel presbiterio, per concelebrare, con il vescovo emerito Andreozzi, una cerimonia tristissima, ma al tempo stesso, solenne e composta per l’ultimo saluto a Gionatan Vittori, il 16enne di Grottazzolina trovato morto sul ciglio della strada davanti casa, martedì 19 alle ore 7.
L’omelia di Monsignor Andreozzi si è concentrata nel dolore in cui questa morte lascia i cari di Gionatan:
"Venerare rispettate accudire il dolore dei genitori, dei fratelli, dei parenti. L’improvvisa, imprevista morte di un figlio.... non c’è tempo per prepararsi....".
Un dolore solitario a causa del rifiuto della realtà della morte, per cui occorre frequentare il silenzio e poi la preghiera come balsamo.
"Dio non protegge dal dolore, ma salva nel momento del dolore", ha proseguito il vescovo emerito ed ha fatto appello alla profonda religiosità della famiglia di Gionatan, forte del cammino neocatecumenale.
Prima della benedizione della salma, gli interventi, a cominciare da quello del fratello Giorgio, poi il fratello Gabriele e l’Azione Cattolica.
Infinita commozione per gli amici, i compagni di scuola, quelli della squadra di volley, tutti che, quasi all’unisono, hanno descritto Gionatan come un ragazzo dolce, solare, vivace, educato, altruista sensibile e religioso.
È stato però l’ultimo intervento, quello del papà, che ha lasciato attonita una chiesa gremita fin fuori al sagrato quando, per fugare ogni dubbio su quanto accaduto a Gionatan, salito sul tetto dal lucernario della mansarda per fotografare le stelle, è scivolato a causa della pioggia e delle ciabatte che indossava.
"Salito sul tetto per fotografare le stelle, adesso sei tu la nostra stella" ed ha aggiunto: "abbiamo pensato all’inizio ad un tuo gesto di debolezza, ma poi il tuo telefono ci ha tolto questo ulteriore dolore".
E l’emozione e l’angoscia sono state fortissime quando ha fatto poi ascoltare a tutti l’ultimo audio, delle 3.17 di quella notte di martedì, che Gionatan ha mandato ad un amico quando era lì sul tetto in pigiama e non riusciva a rientrare perché la botola del lucernario si era bloccata e, poco dopo, alle 3.45, come ha stabilito l’ispezione cadaverica, sarebbe scivolato e precipitato per oltre nove metri.

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