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Dovrà rispondere del reato di incendio boschivo il piromane arrestato dai carabinieri di Macerata perché sospettato di aver causato tre incendi a Mogliano in questa estate. Si tratta di un 30enne sangiustese, indagato anche per altri roghi avvenuti a Monte San Giusto e dunque recidivo, che avrebbe agito da solo e senza un particolare scopo.

A far scattare le indagini tre roghi ravvicinati: il primo la sera del 27 luglio quando i carabinieri della Stazione di Mogliano erano intervenuti in contrada Casale, lungo la strada provinciale 61 “Loro-Macina” per un incendio che, sviluppatosi dalle sterpaglie sul ciglio della strada, si erano propagate all’intera scarpata che fiancheggia la provinciale.Quel giorno gli stessi carabinieri, con l’estintore che avevano nell’auto di servizio, avevano cercato, di contenere le fiamme, in attesa dell’intervento dei vigili del fuoco.

La sera successiva due incendi si erano sviluppati su due differenti appezzamenti di terreno sovrastanti la strada provinciale 61 in contrada Giardino e contrada San Pietro, coltivati ad ulivi, interessando un’area di circa 300 metri quadrati. Nella circostanza, per evitare pericoli al traffico stradale, durante le operazioni di spegnimento del rogo era stata temporaneamente sospesa la circolazione lungo la strada provinciale. Provvidenziale l’intervento dei vigili del fuoco che ha evitato il peggio.

Fin da subito era stato evidente che la causa degli incendi non poteva essere né l’autocombustione né la cicca di sigaretta lanciata da qualche automobilista di passaggio. Così, grazie alle immagini delle telecamere di videosorveglianza ed a una serie di riscontri investigativi, i militari sono riusciti a identificare un sospettato: un 30enne già noto alle forze dell’ordine per fatti analoghi e indagato anche per la serie di incendi appiccati a Monte San Giusto.

Il gip del Tribunale di Macerata, su richiesta del pm ha emesso un’ordinanza di applicazione della misura cautelare degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico, in attesa dell’interrogatorio di garanzia. Il provvedimento è stato eseguito dai carabinieri della Compagnia di Macerata, guidata dal tenente colonnello Giorgio Picchiotti.

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