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SAN BENEDETTO – Non ci sarebbe nessun branco dietro alle violenze denunciate da due ragazze: una minorenne e una poco più grande. A puntualizzarlo sono gli inquirenti che per il resto mantengono il massimo riserbo sulle indagini portate avanti dalla Procura di Ascoli Piceno e da quella per i Minori presso il Tribunale di Ancona.
Carabinieri e gli agenti del Commissariato di San Benedetto stanno lavorando congiuntamente per far luce sui due episodi, avvenuti entrambi nella notte tra sabato e domenica nella zona della foce del torrente Albula e a poca distanza da alcuni locali frequentati da giovani.
Dopo le denunce presentate dalle due ragazze, al vaglio ci sono ora le telecamere di videosorveglianza del giardino “Nuttate de Lune” e del lungomare nord per verificare con le immagini quanto raccontato dalle due vittime e soprattutto per capire se i due fatti siano in qualche modo collegati e se ad agire sia stata la stessa persona.
La 17enne, soccorsa sotto il pontino alla foce dell’Albula, avrebbe raccontato ancora sotto choc, prima all’equipaggio del 118 e poi ai carabinieri di avere subito una violenza sessuale. Portata al pronto soccorso, i successivi esami medici hanno confermato la circostanza di un rapporto sessuale. Il suo stato confusionale, però ha reso complicata la collaborazione con i carabinieri e anche la descrizione del giovane che avrebbe abusato di lei. Proprio per questo sarà fondamentale l’ausilio dei video catturati dagli occhi elettronici comunali posizionati nelle vicinanze.
L’altra vittima, che si è rivolta alla Polizia nel pomeriggio di lunedì per la seconda denuncia, avrebbe invece raccontato di essere stata palpeggiata da uno sconosciuto, sempre nella stessa serata e nelle vicinanze del giardino sull’Albula. Molestie che fortunatamente la ragazza, maggiorenne, è riuscita a stoppare prima che sfociassero in qualcosa di più grave, ma che giuridicamente rientrano comunque nella sfera della violenza sessuale. Anche in questo caso l’autore non sarebbe ancora stato identificato.