Condividi:

FIRENZE – La procura di Firenze ha iscritto nel registro degli indagati tre persone nell’ambito dell’inchiesta sul tragico crollo del cantiere di via Mariti, avvenuto il 16 febbraio 2024, che ha causato vittime e feriti tra gli operai al lavoro.

I nomi finiti sotto inchiesta sono quelli di Marco Passaleva, direttore dei lavori strutturali del cantiere, Carlo Melchiorre, responsabile dell’ufficio calcoli e tecnico di produzione della Rdb.Ita Spa, e Alfonso D’Eugenio, legale rappresentante della stessa azienda. Per tutti l’accusa è di omicidio colposo e lesioni colpose, mentre a Melchiorre è contestata anche l’ipotesi di crollo o altro disastro colposo (art. 434 del codice penale).

Il procedimento è stato esteso anche alla stessa Rdb.Ita Spa, la società coinvolta nella realizzazione dell’edificio crollato. Nei suoi confronti è stato disposto il sequestro preventivo delle aziende situate ad Atri, un provvedimento che rientra nell’azione di accertamento delle responsabilità societarie nel crollo.

La tragedia del 16 febbraio

Il crollo è avvenuto nella mattinata del 16 febbraio 2024 all’interno del cantiere di via Mariti, dove erano in corso i lavori per la costruzione di un edificio destinato a ospitare spazi commerciali e residenziali. Secondo le prime ricostruzioni, una porzione della struttura ha improvvisamente ceduto, travolgendo diversi operai al lavoro in quel momento.

Le operazioni di soccorso sono state immediatamente avviate dai Vigili del Fuoco e dalle squadre di emergenza, ma il bilancio è stato pesante: diverse vittime e numerosi feriti, alcuni dei quali in gravi condizioni. La magistratura ha avviato subito le indagini per accertare le cause del cedimento e individuare eventuali responsabilità.

Ora, con la notifica degli avvisi di garanzia, il quadro giudiziario comincia a delinearsi, mentre la città attende risposte su una tragedia che ha scosso profondamente l’opinione pubblica e il mondo del lavoro.

Tutti gli articoli