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ANCONA - Prima udienza presso la Corte di appello delle Marche del processo Alika, l’ambulante nigeriano di 39 anni ucciso a mani nude durante una collutazione a terra a Civitanova Marche il 29 luglio 2022 da Filippo Ferlazzo. Il presidente ha programmato la prossima udienza al 9 ottobre.
La Corte d’Assise di Macerata aveva condannato Ferlazzo, 33 anni, originario di Salerno, a 24 anni di reclusione per l’omicidio volontario aggravato di Alika Ogorchukwu.
In Corso Umberto I, l’ambulante aveva chiesto l’elemosina all’imputato ed alla compagna, a cui aveva toccato un braccio. Ferlazzo aveva avuto una reazione violenta, colpendolo con la stampella che il nigeriano usava per camminare, poi gli era salito sopra a cavalcioni, schiacciandogli collo e testa.
Nella requisitoria del procuratore generale è stata chiesta la conferma della sentenza ed il possibile giudizio di prevalenza delle attenuanti generiche per un soggetto con problematiche.
Dal canto suo, la parte civile, ha chiesto al presidente la conferma in toto della sentenza, spiegando che nei filmati effettuati quel giorno sono chiare le testimonianze anche audio, tra le quali non si può motivare che Ferlazzo volesse far male escludendo che il comportamento portasse alla morte e che nessuna provocazione può aver scatenato una reazione del genere.
Da parte della difesa si reputa invece opportuno che ognuno stia in un corretto piano di realtà e che i motivi di appello si basano sulla insussistenza di omicidio volontario, anche perché Ferlazzo ha frequentato ad intermittenza arti marziali e non ha nessuna tecnica a riguardo. Insomma, la difesa sostiene il preterintenzionale perché non c’era la volontà di uccidere e non c’era inumana ferocia.
Nella prossima udienza, l’avvocato Bizzarri chiederà l’incompatibilità con il regime carcerario del suo assistito.
Presente in aula anche Charity Oriakhi, moglie di Alika, che continua a chiedere giustizia e sottolinea che ha bisogno di aiuto.



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