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ANCONA - La presenza di Marco Vivarelli, direttore della Clinica di Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche e professore ordinario dell’Università Politecnica delle Marche a un congresso di caratura mondiale sul tema della donazione di fegato da donatore in vita, certifica l’ennesima eccellenza ormai acquisita da tempo in Azienda ospedaliero universitaria delle Marche.
Si tratta del 7° Congresso Mondiale che si è svolto a metà ottobre a Shanghai dell’Ildltg (International Living Donor Liver Transplantation Group) alla presenza di un gruppo di professionisti in arrivo da ogni parte del globo deputati a mettere a punto le linee guida sulla con tecnica mini invasiva (laparoscopica o robotica). Già di per sé stimolante l’incipit della kermesse: ’Breaking barriers to excellence’, abbattere le barriere verso l’eccellenza.

Il professor Vivarelli è uno dei tre esperti italiani a cui l’organo internazionale ha inoltrato l’invito a decidere come questi delicati e complessi interventi vanno condotti (gli altri due colleghi arrivavano da Modena e da Napoli). In questo importante consesso internazionale erano presenti chirurghi da tutti i Paesi all’avanguardia nel settore dei trapianti, dagli Stati Uniti al Canada, dall’India alla Francia, dal Regno Unito alla Spagna, da Singapore al Giappone, passando ovviamente per i ’padroni di casa’ della Cina.



Inviti di questo spessore non arrivano a caso e indicano il livello di assoluta eccellenza raggiunto in molti ambiti dall’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche. Come nel caso del Professor Vivarelli: “l’invito a quel congresso _ spiega il Direttore della Clinica di Chirurgia Epatobiliare, Pancreatica e dei Trapianti dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche _ è motivo di orgoglio per me ovviamente, ma anche per tutta la sanità regionale. Tutto ciò testimonia il fatto che nella chirurgia del fegato abbiamo raggiunto dei livelli tali da poter essere inclusi in panel di grandi esperti a livello mondiale. Nonostante tutte le difficoltà e le problematiche di carattere generale che la sanità pubblica si trova ad affrontare, la vera notizia è che all’interno della nostra Azienda Ospedaliero Universitaria riusciamo a portare avanti dei programmi di elevata eccellenza che hanno un tipo di riscontro a livello internazionale”.
Con le circa 3000 resezioni epatiche (di cui 800 per via mini invasiva laparoscopica o robotica) e i quasi 1000 trapianti di fegato eseguiti, la AUO delle Marche è punto di riferimento non solo regionale, ma nazionale e internazionale per le malattie del fegato in particolare quelle neoplastiche come epatocarcinoma, colangiocarcinoma e metastasi epatiche da cancro colorettale; queste malattie, ritenute incurabili fino a pochi anni fa possono essere in molti casi guarite dalla resezione o dal trapianto. La contemporanea disponibilità di competenza sia in chirurgia specialistica epatobiliare sia in chirurgia di trapianto di fegato è un importante valore aggiunto che non molti Ospedali italiani possono vantare.
La presenza del prof. Marco Vivarelli nel consesso di Shangai non è passata inosservata: “Avere un proprio rappresentante nel gotha mondiale di una specialità di così alto valore come i trapianti di fegato è una soddisfazione autentica e allo stesso tempo la conferma di aver mantenuto la barra a dritta in questi anni _ è il commento del Direttore Generale dell’Azienda Ospedaliero Universitaria delle Marche, Armando Marco Gozzini _. La nostra Chirurgia Epatobiliare e Pancreatica e dei Trapianti rappresenta un’eccellenza nazionale e soprattutto si rafforza come unico punto di riferimento regionale, al centro di una rete che funziona. Colgo l’occasione per fare i complimenti al prof. Vivarelli e, di riflesso, a tutto il suo staff”.

Il trapianto di fegato da donatore in vita, è un intervento molto complesso nel quale si combinano l’expertise nella chirurgia resettiva del fegato e quella nel trapianto. In questi interventi, ancora poco frequenti in Europa, la precisione deve essere massima per ridurre al minimo la possibilità di complicanze e sussistono dei parametri imprescindibili: paziente e donatore devono essere dello stesso gruppo sanguigno e il donatore non deve avere comorbidità, ossia altre patologie. Per aumentare la precisione dell’intervento e ridurre i tempi di convalescenza del donatore vanno privilegiate le tecniche mininvasive, la laparoscopia e soprattutto la robotica. Tecniche ormai ben presenti all’interno dell’AOU delle Marche ormai da tempo e applicate in diversi settori operativi, specie dopo l’acquisizione del secondo robot che consente grande precisione tecnica con abbattimento del di rischio operatorio. Nel maggio scorso il professor Marco Vivarelli in qualità di “visiting Professor” ha trascorso alcune settimane presso il King Faisal Hospital di Riad (capitale dell’Arabia Saudita) che è attualmente polo di eccellenza per il trapianto di fegato da donatore vivente. Nel febbraio 2026 ha ricevuto l’invito per un altro appuntamento di rilievo organizzato a Chennai in India presso la Mohamed Rela Clinic, un altro dei centri ospedalieri più importanti al mondo in questo campo.

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