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SENIGALLIA - "Non è puntando il dito contro altri giovanissimi e le istituzioni scolastiche il modo giusto per affrontare drammi che hanno radici molto più profonde e che ci impongono riflessioni e interventi seri sul tema del disagio giovanile. La tragedia di Senigallia è una ferità aperta per una comunità intera, che ha il dovere morale di stringersi attorno al dolore dei familiari del giovanissimo che si è tolto la vita, dopo episodi di presunto bullismo, denunciati pubblicamente proprio dai genitori".
Interviene così, nel giorno in cui si celebrano i funerali del giovane Leonardo che si è tolto la vita a Senigallia, Andrea Nobili, ex Garante regionale dei diritti dei minorenni delle Marche - Presidente Camera minorile provincia Ancona.
"Chi, come il sottoscritto opera nell’ambito della tutela minorile, ha il dovere di interrogarsi seriamente e ricordare quanta prudenza e quanto riserbo siano necessari, da parte di tutti, in particolare dei media, quando si affrontino casi delicatissimi che coinvolgono minorenni. Il disagio giovanile - sottolinea - è in crescente aumento e assume connotazioni differenti, tra cui, trovano spazio, purtroppo, anche il bullismo e il cyberbullismo: fenomeni gravi che vanno contrastati con determinazione, ma che non possono semplificare la comprensione di espressioni di malessere che hanno radici molto più profonde" ed è importante "cogliere in tempo i segnali di sofferenza di una generazione vulnerabile, con adolescenti che hanno sofferto le imposizioni di isolamento sociale adottate durante la pandemia e che si trovano a vivere un tempo molto più cupo e impegnativo di quello dei propri genitori. Giovanissimi, sempre più soli, cresciuti dentro famiglie in difficoltà, in un sistema di welfare in progressivo disfacimento".
Per questo - osserva Nobili -, penso che puntare il dito contro altri giovanissimi, le cui eventuali responsabilità andranno accertate con i modi adeguati e nelle sedi opportune, non sia la maniera migliore per affrontare il problema.
Anche per non correre il rischio - ammonisce - che questo terribile dramma, con una colpevolizzazione emotiva, produca ulteriori ferite, in adolescenti già sconvolti da quanto accaduto, e comprometta la credibilità dell’istituzione scolastica. Proviamo, una volta tanto, a riflettere in silenzio - l’appello -, lasciando che le istituzioni competenti facciano il loro lavoro, con il doveroso rispetto che dobbiamo ad una giovane vita volata via troppo presto, pensando a cosa possiamo fare davvero per salvare i nostri figli più fragili".